Gioco on line in mano a Casalesi e ‘Ndrangheta: 11 arresti

di Redazione

Roma – Il Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia di Stato, la Squadra mobile della Questura di Roma e lo Scico della Guardia di Finanza hanno eseguito 11 ordinanze di custodia in carcere, emesse dal gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia capitolina, nei confronti dei componenti di un sodalizio, vicino a varie consorterie mafiose, che gestiva illecitamente la gran parte delle attività di videolottery e gioco on line a livello nazionale e anche all’estero. – continua sotto – 

L’operazione “The Imitation Game” prende il nome dal film capolavoro di Morten Tyldum, sull’incredibile impresa del matematico Alan Turing che riuscì a decriptare il codice Enigma ideato da nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Tra i soggetti tratti in arresto figurano un boss della ‘ndrangheta e un noto imprenditore del settore della raccolta del gioco via web collegato a clan camorristici. E’ stato anche disposto il sequestro di numerosi beni mobili ed immobili riconducibili agli indagati per decine di milioni di euro.

Per tutti la contestazione è l’associazione a delinquere a carattere transnazionale volta a commettere una serie indeterminata di reati attraverso una rete illegale di gioco on line, aggirando, in tal modo, la normativa di settore e omettendo fraudolentemente il versamento dei tributi erariali per la concessione di gioco, al fine di realizzare plurime truffe ai danni dello Stato.

Il Tribunale di Roma, a seguito di specifici accertamenti patrimoniali condotti dalla Guardia di Finanza, ha inoltre disposto il sequestro di numerosi beni mobili ed immobili riconducibili direttamente o indirettamente ai principali indagati, per un valore di circa 10 milioni di euro, tra i quali spiccano società che hanno tra i propri asset sale giochi e attività di ristorazione oltre ad autovetture, correnti e depositi bancari. – continua sotto – 

Le indagini – avviate dalla squadra mobile di Roma all’indomani del tentato omicidio di Fabio Massimo Aragona, classe 1981, avvenuto il 18 aprile 2011 in località Ostia Lido e convergenti con analoghe investigazioni condotte dalla compagnia di Nola e dallo Scico della Guardia di Finanza – hanno delineato un’associazione a delinquere finalizzata al gioco d’azzardo, aggravata dalla finalità agevolatrice di tipo mafioso, operante su tutto il territorio nazionale ed all’estero, della quale Tancredi risulta essere il promotore e l’organizzatore.

In particolare, l’organizzazione attraverso la creazione di un sito illegale per il gioco del poker online denominato “Dollaropoker”, con server e struttura di gestione situati all’estero, riusciva ad introitare ingenti guadagni illeciti che venivano successivamente versati su conti correnti esteri per poi rientrare in Italia attraverso l’acquisizione di immobili.

La struttura ideata aveva la caratteristica di essere di tipo verticistico e piramidale, i cui vertici intrattenevano rapporti diretti con i cosiddetti “National”, costituenti il livello più alto dell’organizzazione. Ai National facevano quindi riferimento i “Regional” che provvedevano al ritiro delle somme di denaro dai Distretti i quali, a loro volta, provvedevano alla raccolta dai “Club Manager”, gli unici ad avere rapporti diretti con il “player” finale il quale, per accedere al gioco on line, doveva corrispondere in anticipo all’organizzazione una somma di denaro che veniva poi accreditata in un conto virtuale anche mediante trasferimento con carte prepagate poste-pay. Ciascun livello era destinatario, quindi, di una precisa quota di profitti. – continua sotto – 

Il “server” che gestiva il gioco on-line era ubicato negli Stati Uniti, a Tampa, in Florida, mentre in Romania aveva sede la società rumena “Dollarobet srl”, dove fisicamente vi lavoravano sia il personale dell’assistenza al sito sia gli “esperti informatici” che avevano la possibilità di accedere direttamente sul server.

Alle risultanze investigative si sono aggiunte le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che hanno confermato il forte interessamento dei clan camorristici per il settore del gioco illegale on line e la progressiva acquisizione del controllo di tale attività illecita su intere fette del territorio nazionale. I proventi delle attività venivano infatti versati mensilmente alle fazioni dei “casalesi” facenti capo a Michele Zagaria (nella foto), Antonio Iovine e Francesco Schiavone.

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