Terra dei Fuochi, ISS conferma boom tumori. Don Patriciello: “Ho il cuore a lutto”

di Stefania Arpaia

Napoli – Continuano ad aumentare i tumori a causa dei roghi tossici e dell’inquinamento atmosferico e alimentare mentre scarseggiano i controlli sulla “Terra dei fuochi”.

L’Istituto superiore di sanità, nell’aggiornamento del rapporto sulla situazione epidemiologica nei 55 Comuni definiti dalla Legge 6/2014 come “Terra dei Fuochi”, ha rilevato l’aumento di mortalità, tumori e ricoveri, definiti nettamente in “eccesso” rispetto alle medie delle altre regioni italiane.

“La mortalità generale è in eccesso rispetto alla media regionale, in entrambi i gruppi di Comuni, sia tra gli uomini che tra le donne. – si legge nel rapporto – Eccesso di bambini ricoverati nel primo anno di vita per tutti i tumori ed eccessi di tumori del Sistema nervoso centrale nel primo anno di vita e nella fascia di età 0-14 anni sono stati osservati in entrambe le province di Napoli e Caserta”.

C’è un’elevata prevalenza alla nascita di malformazioni congenite in aree caratterizzate anche dalla presenza di siti di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi”, sottolinea l’ISS.

Tra i tumori più diffusi ci sono quelli a: stomaco, fegato, polmone, vescica, pancreas, rene e mammella. Ad aggiungersi alla situazione già drammatica, la lentezza con cui si procede in ambito sanitario a controlli e visite a causa del sovrannumero di malati.

“Non canto vittoria. Non posso. Non ce la faccio. Ho il cuore a lutto – ha dichiarato Don Maurizio Patriciello – Non che mi illudessi del contrario, no. Avrei preferito, però, essere smentito. Avrei voluto dire “Vi chiedo scusa. Mi ero sbagliato. Vi ho allarmato inutilmente”. Invece avevamo ragione noi. Bella consolazione”.

“Solo i ciechi, i sordi, i disonesti, gli imbroglioni potevano dire il contrario – ha proseguito – Nella  terra dei fuochi ci si ammala e si muore di più di cancro. Accade soprattutto ai bambini. Ai nostri figli. Ai nostri nipotini. Intollerabile. Insopportabile. E questa volta non lo dice un prete. Questa volta a parlare non è l’ emozione ma la scienza”. “Siamo giunti alla diagnosi. Adesso occorre arrivare alla terapia. Senza perdere altro tempo prezioso”, ha concluso.

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