Strage Istanbul, arrestati tre russi. Kamikaze aveva chiesto asilo

di Redazione

Le autorità turche hanno arrestato un sospetto in relazione all’attacco di martedì a Istanbul costato la vita a dieci persone, nove di nazionalità tedesca e una peruviana. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno, Efkan Ala. Le autorità turche hanno anche fermato 68 altre persone sospettate di “legami con l’Isis”. Tra di loro anche tre cittadini di nazionalità russa, come conferma la sede diplomatica di Mosca ad Antalya. Sono accusati di aver fornito supporto logistico ai jihadisti.

I cittadini russi sono stati fermati proprio ad Antalya, sulla costa mediterranea, mentre 15 siriani, che saranno immediatamente espulsi, e un turco, sono stati presi ad Ankara. Questi ultimi stavano raccogliendo informazioni sugli edifici pubblici nella capitale, sospetta la polizia. A Sanliurfa, vicino al confine con la Siria, 21 persone sono state fermate. Altre a Kilis, sempre vicino alla frontiera, nella provincia di Mersin, ad Adana e a Dyarbakir.

Intanto si apprende che il kamikaze, Nabil Fadli (nella foto), 27enne siriano nato in Arabia Saudita, aveva chiesto asilo in Turchia il 5 gennaio scorso, una settimana prima dell’attacco.

Berlino ha mandato un team di investigatori a Istanbul per fare luce sulle responsabilità della strage del 12 gennaio. Sono gli esperti del Germany’s Federal Criminal Police Office, l’equivalente dell’Fbi americano, che aiuterà le autorità turche nelle indagini. Il portavoce del ministero dell’Interno, Johannes Dimroth, ha detto che ancora è prematuro dire se dietro l’attacco ci sia l’Isis.

“Vi invito a pregare per le vittime dell’attentato avvenuto a Istanbul: il Signore converta i cuori dei violenti”. Lo ha detto Papa Francesco prima di concludere l’udienza generale del mercoledì in Vaticano. “Il Signore dia pace eterna ai defunti, conforto ai familiari e fermezza solidale all’intera società”, ha aggiunto il Pontefice.

“Non abbiamo informazioni concrete sul fatto che l’attacco di ieri fosse rivolto a cittadini tedeschi”. Lo ha detto in una conferenza stampa il ministro dell’Interno tedesco, Thomas de Maiziere, aggiungendo che la Germania non sconsiglia ai suoi cittadini di visitare la Turchia. Nell’attacco compiuto contro un gruppo di tedeschi, sono morte 10 persone. E il bilancio potrebbe aggravarsi: sono 11 i feriti attualmente in ospedale, di cui 9 tedeschi, 1 norvegese e 1 peruviano. Tra i turisti tedeschi, 2 sono in condizioni critiche.

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