Pd, la denuncia di Biagio Masi: “Dove sono finiti i soldi del partito?”

di Redazione

Carinaro – “Una faccia, una razza”. E’ un vecchissimo modo di dire, ritornato di moda a seguito del film “Mediterraneo” – premio Oscar 1991 – che sta a significare che le persone che sono geograficamente vicine, o che hanno legami culturali o storici in comune, tendono a somigliarsi.

Le vicende che da oltre un anno stanno interessando  il Pd locale e provinciale, pero`, sembrano smentire non poco questo antico detto popolare.

A Carinaro, pur essendoci una sola sede del Pd, possiamo affermare, senza paura di essere smentiti, che di Pd ce ne sono almeno due, e che questi tra di loro sono diversi come il sole e la luna.

Come a Carinaro, anche a Caserta c’è una sola sede della federazione provinciale del Pd, quella di via Maielli, ma anche lì di Pd ce ne sono almeno due, senza che vi siano somiglianze in comune.

Tutti ricorderanno che Carinaro è stata interessato da una vergognosa vicenda di un tesseramento ignobilmente taroccato, con tessere fotocopiate aggiunte alla lista degli iscritti, a termini scaduti.

Questa situazione, sebbene sia stata ripetutamente e pubblicamente da noi denunciata, era stata sostanzialmente tollerata dall’ex Segretario provinciale del Pd e dai sui amici, tollerata con un silenzio quantomeno complice, in virtu` della loro sbandierata amicizia con quella parte del Pd locale che sostiene la fallimentare amministrazione guidata da Dell’Aprovitola.
Ci siamo spesso domandati come fosse possibile che il segretario provinciale e il gruppo dirigente che lo sosteneva, per lo più composto da trentenni, potesse tollerare la nefandezza di un tesseramento taroccato, e come potesse scegliere di nascondersi dietro il silenzio, senza replicare.

La risposta a queste domande è cominciata ad emergere in questi giorni con la venuta a Caserta di funzionari dal partito nazionale, per fare luce sulle tante denunce di irregolarità e di brogli che, come da Carinaro, così da tantissimi circoli  casertani giungevano sulla scrivania di Matteo Renzi. Ciò che sta emergendo è a dir poco agghiacciante: al partito provinciale, qualcuno tra quelli  che  “comandavano”, ha fatto scomparire migliaia e migliaia di euro.

I soldi e i nominativi di coloro che si tesseravano nei circoli, si fermavano a Caserta, senza mai giungere a Roma. Circoli che al partito provinciale risultavano avere centinaia di tesserati, a Roma non esistevano! Che fine hanno fatto questi soldi? Chi ha potuto tradire la fiducia di tanti militanti che con passione e sacrificio animano le sezioni locali, organizzando dibattiti e iniziative culturali?

Siamo scioccati al cospetto di queste notizie disgustose, e non possiamo che condividere il senso di smarrimento di chi negli anni ha votato il Pd in provincia di Caserta.

Non possiamo, però, non sottolineare che noi con coloro che hanno compiuti simili porcherie non solo non abbiamo mai avuto niente a che spartire, ma anzi siamo fieri nel ricordare che ad essi ci siamo sempre opposti, denunciando pubblicamente i brogli locali e provinciali.

Chi dovrebbe col capo chino scusarsi con i democratici Carinaresi, è quella parte del Pd, che al congresso provinciale del novembre 2013, sostenne (e ancora oggi sostiene) quel gruppo dirigente. Tanto per essere chiari ci riferiamo a chi nel Pd locale sostiene l’amministrazione comunale.

Chiaramente sappiamo benissimo che da essi mai sentiremo un “mea culpa” su nulla, perché se c’è qualcosa che accomuna questa parte del Pd locale con quella provinciale, è proprio quella di tacere e non fare chiarezza sulle questioni sollevate, probabilmente per paura di uscire sconfitti dal confronto. Questo modo di fare, però, confligge con la storia di questo paese che e`, invece, una storia di grandi confronti pubblici che, presto e per merito nostro, torneranno ad animare la comunità carinarese: insomma anche se il partito è lo stesso, la razza è diversa. Molto. 

Professor Biagio Masi

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