Lampa Sant’Antuono, Di Matteo: “Una puerile strumentalizzazione”

di Antonio Taglialatela

Teverola – Non ci sta il sindaco Dario Di Matteo ad essere definito colui che ha negato la celebrazione della tradizionale “Lampa di Sant’Antuono”, domenica sera, in via Cavour. Si tratta, per il primo cittadino, di una “puerile strumentalizzazione messa in atto da chi vuole minare il tessuto politico e sociale, coinvolgendo addirittura il parroco e i fedeli teverolesi”.

Ricordiamo che era tutto pronto per il tradizionale “falò” organizzato dalla parrocchia di San Giovanni Evangelista, avvenuto regolarmente in anni passati e come, tra l’altro, in contemporanea stava avvenendo nella confinante Casaluce. Ma, ad un certo punto, sono arrivati i vigili urbani che hanno vietato di appiccare il fuoco, citando la recente normativa sulla “Terra dei Fuochi” che prevede pene severe per chi brucia rifiuti abbandonati o depositati in maniera incontrollata.

Dopo una “nottata” di polemiche, Di Matteo ci ha contattato per chiarire la posizione sua e dell’amministrazione comunale. A cominciare dal fatto che le autorizzazioni, nella circostanza, sono state firmate non da lui (“Non è di mia competenza”, dice, ndr.) bensì dal responsabile del settore Polizia municipale.

Sì, perché di autorizzazioni ne sono giunte. Per la Festa di Sant’Antuono sono state, infatti, concesse l’isola pedonale e l’installazione di stand gastronomici in via Cavour. Per quanto riguarda la “lampa”, invece, Di Matteo fa presente che già da diversi giorni l’ufficio preposto aveva informato gli organizzatori che non poteva concedere l’autorizzazione ad appiccare il fuoco.

Il dirigente responsabile, però, come ha specificato il sindaco, aveva invitato gli organizzatori ad accendere la “lampa” in un’area lontana dal centro abitato e di dimensioni ridotte, per così dire “simboliche”, così come avvenuto nella vicina Casaluce.

“Questa la realtà dei fatti, – afferma il primo cittadino – Da parte dell’amministrazione non c’è stata ‘rivalsa politica’ nei confronti di chicchessia, tantomeno della parrocchia. Piuttosto – incalza Di Matteo – c’è stato qualcuno che, nonostante l’invito del dirigente di far ardere, seppur con dimensioni ridotte, la ‘lampa’ in altro luogo, ha preferito organizzarla comunque, proprio perché doveva creare la polemica e influenzare negativamente l’opinione pubblica. E questo, lasciatemelo dire, è vergognoso”.

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