Islam, “scontro” tra Magdi Allam e il vescovo Spinillo

di Nicola Rosselli

Aversa – Radicalismo e tolleranza, apertura al dialogo a confronto nel corso della presentazione del libro di Magdi Allam “Islam, siamo in guerra”, organizzato dalle associazioni “Palaestra Normanna” e “Aversa Donna”, presso la pinacoteca del Seminario vescovile di Aversa, alla presenza dell’autore e del vescovo di Aversa e vicepresidente della Cei, Angelo Spinillo.

Tema attuale quello del confronto con l’Islam che ha richiamato all’iniziativa voluta fortemente dall’ex senatore Pasquale Giuliano, responsabile di Palaestra Normanna, che ha fatto anche da moderatore. Ad aprire i lavori proprio quest’ultimo che ha evidenziato l’attualità dell’argomento che, di fatto, è parte della cronaca internazionale con cadenza quotidiana come dimostrato dai fatti di Parigi o da quelli di Colonia, senza dimenticare i continui attentati in Asia o Africa con decine di morti.

Eccessiva la posizione dell’autore (specialmente quando ha dichiarato errata la posizione della Chiesa di riconoscimento della religione islamica), adeguata quella espressa da monsignor  Spinillo. Al di là della diversità di opinione, l’iniziativa ha raggiunto lo scopo di scuotere menti e coscienze.

Dobbiamo difenderci senza radicalizzare il confronto, opponendo alla violenza cultura e accoglienza, senza rinunciare a pretendere il rispetto delle nostre leggi secondo il prelato. Allam, da parte sua, proprio da convertito qual è, esprime giudizi di grande e ferma avversione nei confronti dell’Islam, con modalità tali da rendere difficile se non impossibile una relazione anche dialettica. In ogni caso, è coraggioso e si fa capire.

Alla fine i due relatori si scontrano evidenziando gli scritti del Concilio Vaticano II. A fronte della trascrizione del terzo capoverso della dichiarazione conciliare sulle relazioni tra la chiesa cattolica e le altre religioni, promulgata a conclusione del Concilio Vaticano II, “Nostra Aetate”, da Allam fatta a sostegno della propria posizione radicale, il vescovo ha citato la fine del secondo paragrafo del medesimo testo, per evidenziare come la posizione della chiesa fosse di apertura e rispetto e non di radicale avversione, foriera di pericolosi scontri.

Più, in particolare, la parte richiamata dal vescovo recita: (La Chiesa) “perciò esorta i suoi figli affinché, con prudenza e carità, per mezzo del dialogo e della collaborazione con i seguaci delle altre religioni, sempre rendendo testimonianza alla fede e alla vita cristiana, riconoscano, conservino e facciano progredire i valori spirituali, morali e socio-culturali che si trovano in essi”.

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