Ponte stretto di Messina, Renzi: “Si farà ma prima spazio alle emergenze”

di Stefania Arpaia

Roma – E’ tornato a discutere della costruzione del ponte sullo stretto di Messina il premier Matteo Renzi che a Bruno Vespa ha dichiarato: “Il ponte sullo stretto si farà, ma pensiamo prima alle emergenze”.

“A Messina abbiamo mandato l’esercito con le autobotti perché mancava l’acqua e le autorità locali non riuscivano a risolvere il problema. Ora, prima di discutere del ponte, sistemiamo l’acqua di Messina, i depuratori e le bonifiche”, ha detto il primo ministro.

Poi in merito alle opere pubbliche ha aggiunto: “Investiamo 2 miliardi nei prossimi cinque anni in Sicilia per le strade e le ferrovie e poi faremo anche il ponte, portando l’alta velocità finalmente anche in Sicilia e investendo su Reggio Calabria, che è una città chiave per il Sud”.

“Dall’altra parte – ha proseguito – dobbiamo finire l’autostrada SA – RC. Quando avremo chiuso questi dossier, sarà evidente che la storia, la tecnologia, l’ingegneria andranno nella direzione del ponte, che diventerà un altro bellissimo simbolo dell’ Italia. Ma primum vivere, avrebbero detto i latini”

“Noi, i soldi per la Sicilia, non li facciamo spendere ai soliti. Facciamo pulito. Abbiamo già iniziato, del resto. Non sono solito guardare dal buco della serratura delle intercettazioni. Ma scoprire che i dirigenti dell’Anas corrotti si dicono ‘Sbrighiamoci, perché Renzi qui vuole cambiare tutto’ mi conferma ciò che stiamo facendo con il nuovo presidente Armani. In certe strutture la rottamazione è ancora poco: occorre disintegrare e disinfettare”.

Immediato il commento del presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza: “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. Non bastavano i regali alle lobby delle fonti fossili e degli inceneritori, ora rassicuriamo anche chi vorrebbe guadagnare dalla realizzazione di un’opera tanto faraonica, soprattutto nei costi. quanto inutile”.

E ancora: “Il Premier sa bene, e lo dice, che le emergenze italiane sono ben altre. Perché allora continua a sostenere le lobby del ‘900 e le loro idee vecchie e superate? Che tipo di Paese ha in testa realmente? Le sfide del futuro richiedono ben altro approccio. Dall’impegno per una diffusa rigenerazione urbana al consolidamento delle rinnovabili, dalla mobilità sostenibile alla promozione della chimica verde e dell’agricoltura di qualità, dall’ ottimizzazione della raccolta differenziata alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio scolastico fino alle infrastrutture ferroviarie e portuali necessarie. Non c’è bisogno di opere inutili per far crescere l’Italia”.

L’infrastruttura, come spiega Dezza, proprio perché grandiosa crea modificazioni sia ambientali che paesaggistiche. In particolare l’impatto sarebbe sulle correnti aeree data l’estensione in altezza dei piloni e di tutto l’impalcato.

Il ponte in questione dovrebbe garantire il collegamento tra Sicilia e Calabria e dovrebbe essere uno dei più grandi viadotti sospesi a campata unica. L’idea ha origini antichissime, uno dei primi progetti infatti risale all’epoca dei romani. 

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