Omicidio Menditti: tre ergastoli, assolto Domenico Belforte

di Redazione

Marcianise – Si è concluso con sei condanne e tre assoluzioni il processo, con rito abbreviato, per l’omicidio di Alessandro Menditti, ucciso nel 2001 a Recale nell’ambito della faida di camorra tra i clan Belforte (alias “Mazzacane”) e i Piccolo-Letizia (“Quaqquaroni”) tra Marcianise e zone limitrofe.

Il gup del tribunale di Napoli, Russo, accogliendo in parte le richieste del pm antimafia Luigi Landolfi, ha condannato all’ergastolo Giuseppe Sparaco, Gaetano Piccolo e Antonio Bellopede. 27 anni a Michelangelo Amato, 24 a Francesco Zarrillo e 20 a Luigi Trombetta. Assolti il capoclan Domenico Belforte, Pasquale Cirillo e Vittorio Musone per i quali era stato chiesto l’ergastolo.

Le fasi dell’omicidio di Menditti, avvenuto davanti al Bar Impero di Recale, sono state ricostruite con l’aiuto del collaboratore di giustizia Bruno Buttone, ex esponente dei Belforte, che ha confessato di essere stato l’esecutore materiale dell’agguato.

Le motivazioni che portarono all’uccisione di Menditti erano legate al doppio gioco che la vittima aveva innescato tra i clan Piccolo e Belforte. Da questi ultimi Menditti era ritenuto un uomo scomodo poiché riusciva a compiere estorsioni su cantieri controllati dagli stessi “Mazzacane”, generando anche il malcontento di altri clan casertani, come i casalesi.

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