Corruzione e truffa: 9 arresti a Brindisi. Cinque sono uomini Corpo forestale

di Stefania Arpaia

Brindisi – Cinque uomini del Corpo forestale dello Stato e un imprenditore sono finiti in manette, lunedì mattina, a Brindisi, accusati di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e rivelazione di segreto di ufficio, nonché concorso in abbandono incontrollato di rifiuti, peculato, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e truffa aggravata ai danni dello Stato.

Si sono fatti pagare o hanno ricevuto beni e regali, gli uomini della Forestale che permettevano in cambio ad alcuni imprenditori di poter svuotare i loro rifiuti speciali nelle campagne della zona. Altri invece non si presentavano sul posto di lavoro, utilizzavano il telefono di servizio per chiamare personali (oltre 171), altri ancora regalavano ai cacciatori della zona cartucce confiscate.

Le indagini dei  militari dell’Arma hanno portato alla luce svariate illegalità che hanno condotto al fermo di 9 persone in totale. 

“Non siamo contenti che accadano queste cose – ha detto il procuratore della Repubblica di Brindisi, Marco Dinapoli – specie quando sono fatti che riguardano i nostri collaboratori diretti. La nostra Procura ribadisce comunque la sua grande fiducia nel Corpo forestale dello Stato. Sono vicende che riguardano singole persone e quando c’è un’emersione di fatti simili non si può che sanzionare le condotte illecite”.

 A finire in carcere Gianfranco Asciano, 41 anni, di Brindisi, del comando forestale, e Vittorio Greco, 55 anni, di Brindisi, imprenditore. Ai domiciliari Domenico Galati, 40 anni, di Surano (Lecce); Giovanni Bray, 37 anni, di Melendugno (Lecce); Massimo e Giovanni Rosselli, rispettivamente di 41 e 45 anni, di Ostuni.

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