Camorra, sequestrate cave di marmo all’imprenditore Zangrillo

di Redazione

Gli agenti del centro operativo Dia di Roma hanno eseguito, tra le province di Latina, Frosinone, Napoli, Isernia e Caserta, al sequestro, disposto dal Tribunale Penale di Latina, di un ingente patrimonio riconducibile all’imprenditore formiano Vincenzo Zangrillo, proprietario di cave di marmo e di società operanti nel trasporto merci su strada, nello smaltimento rifiuti e nel commercio di autovetture e autoveicoli.

Con un passato di fabbro-carrozziere, nel corso degli anni Vincenzo Zangrillo, secondo gli investigatori, ha registrato una improvvisa e ingiustificata espansione economica diventando imprenditore, in svariati settori commerciali e titolare, direttamente o indirettamente, di numerose società.

In particolare, l’imprenditore opera nella gestione di cave di marmo con commercializzazione del ‘Coreno Ausonio’, uno dei marmi più pregiati utilizzati per la costruzione dei porti, ma anche nei settori del trasporto merci su strada, del commercio all’ingrosso di altri materiali da costruzione, di smaltimento di rifiuti, di locazione immobiliare di beni propri e di commercio di autovetture.

Le indagini della Dia di Roma hanno permesso di dimostrare il nesso tra l’espansione del suo patrimonio individuale e imprenditoriale e le attività illecite da lui commesse nel corso degli anni. Infatti, Zangrillo, oltre a frequentare ed avere rapporti d’affari con imprese controllate dal clan dei Casalesi, ha numerosi precedenti penali per associazione a delinquere, riciclaggio e traffico internazionale di autoveicoli. È stato anche denunciato per traffico di rifiuti illeciti ed insolvenza fraudolenta avendo accumulato nel corso degli anni, con i suoi camion, mancati pagamenti dei pedaggi autostradali.

Le verifiche degli investigatori hanno evidenziato come il suo patrimonio sia cresciuto parallelamente alle attività criminali sino a raggiungere le rilevanti dimensioni attuali; ciò a fronte di redditi dichiarati al fisco nettamente inferiori alle capacità economiche dimostrate.

Il provvedimento di sequestro è motivato, dunque, dalla pericolosità sociale e dalla conseguente origine illecita del suo patrimonio. Sono stati sequestrati a Zangrillo oltre 200 autoarticolati, 2 cave di marmo, 19 immobili tra abitazioni, uffici, opifici e magazzini, 21 ettari di terreni ubicati nelle province di Latina e Frosinone, 6 società, 16 conti correnti e rapporti bancari di varia natura, per un valore complessivo di oltre 20 milioni di euro.

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