Mcs e il caso Adele Iavazzo, Castaldo si appella al senatore Romano

di Antonio Arduino

Aversa – Tutelare i diritti umani è l’impegno che da sempre si è assunto Lucio Romano, oggi senatore della Repubblica, prima presidente del “Movimento per la Vita”, oggi presidente della Commissione Parlamentare per i Diritti Umani.

E quello di Adele Iavazzo, trentaseienne aversana, affetta da Sensibilità chimica multipla (mcs), è senza ombra di dubbio un diritto umano, qual è il diritto alle cure, riconosciuto e tutelato dalla Costituzione italiana, il diritto alla salute, il diritto alla vita.

Ignorato dal Ministero della Salute che non riconosce una malattia invece riconosciuta non solo in molte nazioni europee ed extraeuropee ed in molte regioni italiane, ma dallo stesso Stato Italiano che attraverso un ente di assistenza statale qual è l’Inps ha riconosciuto a molti cittadini italiani il diritto ad essere definiti invalidi al 100 per 100, con assegno di accompagnamento, perché affetti da MCS definendo la malattia “sindrome da intolleranza a xenobiotici ambientali”.

Allora se l’Inps riconosce la malattia perché non riconoscerla con il nome giusto? E’ questo l’appello che Antimo Castaldo rivolge al senatore Romano. O quelli di Adele non sono diritti umani?

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