Umberto Tozzi: “Fossi nato a Liverpool forse sarei il quinto Beatles”

di Emma Zampella

Sognava di fare il calciatore, ma poi è arrivata la musica e da lì la carriera di Umberto Tozzi è stata tutta in salita. Dopo 20 anni trascorsi in tour per tutto il mondo, il cantante e autore italiano mette le radici e le sedimenta nel suo nuovo disco “Ma che spettacolo”, in uscita il 30 ottobre.

La sua conoscenza di musica, nel corso degli anni, gli ha permesso di maturare e mantenere una propria considerazione di quest’arte tanto che ad oggi afferma con convinzione di odiare i talent, così come i dj, mentre scaglia una serie di critiche alle case discografiche. Eppure, la sua dimensione nella musica italiana non è ancora quella che si aspettava, una convinzione che torna anche nell’ultimo album.

Umberto Tozzi si sente un po’ maltrattato: “Fossi nato a Liverpool forse sarei il quinto Beatles – e ha aggiunto – Ricordo che a Milano soggiornavo alla pensione ‘La Speranza’ dove non sapevo mai con chi avrei diviso la camera. In passato ho sentito il peso di fare l’artista perché io avrei voluto fare il calciatore ma mio padre si oppose perché non andavo bene a scuola. Poi, per ribellione, ho fatto il cantante. In realtà ho cominciato a scrivere non pensando di cantare perché la mia voce non mi piaceva. Mi convinsero ma non ero felice. Mi sono accorto delle mie potenzialità con l’arrivo dei grandi successi”.

Nel progetto discografico ci sono 13 brani inediti da “Nel dire di si nel dire di no”, “Hammamet”, “Meravigliosa” a “Che amore sia” – una bonus track e il Dvd live, anticipati da “Sei tu l’amore mio”, il singolo che vede Elisabetta Gregoraci protagonista del video.

Il nuovo album è stato scritto tra febbraio e marzo, “quando finalmente è arrivato quel momento di ispirazione che aspettavo da tempo. Mi sono chiuso in un piccolo studio dove sono nate le canzoni in maniera naturale e in tempi brevi”. Canzoni come “Hammamet”, scritta in Tunisia: “Frequento la casa di Bobo Craxi. La canzone è una riflessione sulle condizioni in cui vive un popolo come quello tunisino e sulle sue donne”. E a proposito di donne, un altro brano importante è proprio “Donne al potere”: “La donna è un essere più forte e ragionevole degli uomini. E poi ci sono già troppi muscoli al potere”.

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