Scontri a Gerusalemme e Gaza: morti quattro ragazzi palestinesi

di Redazione

Gerusalemme – Continua a restare alta la tensione in Israele. Due palestinesi, tra cui un ragazzo, sono stati uccisi dalle forze di sicurezza a Gerusalemme e altri due ragazzini sono morti a sud di Gaza, a Khan Yunis, negli scontri con l’esercito israeliano. Secondo la polizia il ragazzo ucciso a Gerusalemme aveva aperto il fuoco contro gli agenti che hanno risposto. Intanto, un razzo sparato dalla Striscia di Gaza è caduto in territorio aperto, nel sud di Israele.

I due ragazzi morti a Gaza erano giovanissimo: il primo, 13 anni, si chiamava Marwan Barbach, caduto sotto il fuoco di una pattuglia israeliana durante incidenti presso la linea di demarcazione della Striscia, secondo fonti mediche; il secondo, 15 anni, era Halil Othman. Il numero dei feriti è salito a 14.

Feriti anche due israeliani, accoltellati nel rione ortodosso ebraico di Shmuel ha-Navi a Gerusalemme. Lo dice la Radio militare, spiegando che l’aggressore è stato ucciso.

Le vittime di oggi si aggiungono a quelle di venerdì, quando sono scesi in piazza circa 200 palestinesi per protestare nella zona vicino al kibbutz Nahal Oz. L’esercito israeliano ha aperto il fuoco a ridosso della barriera difensiva a nord di Gaza facendo sei morti e una ventina di feriti. Una vittima anche in scontri a Hebron.

In un intervento durante la preghiera del venerdì nella moschea di Gaza City, il leader di Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh, si è appellato per “un rafforzamento dell’Intifada, unica strada che può condurre alla liberazione”. Haniyeh ha ribadito che è errato parlare di Gaza e della Cisgiordania come due entità geografiche separate. “Siamo un unico popolo, dobbiamo coordinare un’unica strategia”. Haniyeh ha anche assicurato che, “malgrado il blocco imposto da Israele”, Hamas è in grado di intervenire nel conflitto in corso a Gerusalemme e nei Territori.

Dal governo israeliano arriva la condanna del primo ministro Benyamin Netanyahu: “Un attacco a persone innocenti. Israele è uno Stato di diritto. Quanti ricorrono alla violenza saranno perseguiti per legge, chiunque essi siano”.

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