Playboy: da marzo bandito il nudo integrale

di Emma Zampella

Una scelta rivoluzionante quella annunciata da Playboy: il settimanale per soli bandisce il nudo integrale.

La rivista ha infatti detto basta al nudo integrale delle modelle che finora campeggiavano in copertina ad alimentare i sogni proibiti dei maschietti di tutto il mondo.  Ma non si tratta di una scelta puritana o di un’inversione di tendenza, quanto di una sconfitta: ha vinto il web.

Saranno ancora loro, le conigliette, le padrone indiscusse della rivista fondata sei decenni fa da Hugh Hefner, ma a partire da marzo saranno nudi soft. Donne “vietate ai minori di 13 anni”, ha spiegato il New York Times, nell’obiettivo di catturare un’audience che si sta contraendo da decenni e di entrare in concorrenza con pubblicazioni più giovani e “hipster” come Vice. Il magazine includerà contenuti adatti a un pubblico adulto, ma non più a luci rosse. Ci sarà una “sex column» scritta da una donna, articoli di giornalismo investigativo e immagini artistiche per giovani professionisti cresciuti guardando pornografia gratis su Internet.

L’anno scorso Playboy ha eliminato il nudo integrale dal suo sito web registrando un’impennata del 250% del traffico e un “ringiovanimento” del lettore medio: da 47 a 30 anni. “Vedere una donna nuda non è più provocante. In realtà può limitare l’audience”, aveva detto l’amministratore delegato di Playboy Enterprises Scott Flanders qualche giorno fa alla Nbc, ma il dilemma per Playboy è complesso: se al brand fondato da Hefner togli il nudo, cosa resta? Il target adesso sono giovani uomini che vivono nelle città. “La differenza tra noi e Vice è che cerchiamo lettori con un lavoro”, ha spiegato Flanders. La strada è in salita, complicata dalla crisi dell’editoria.

La rivoluzione è stata concordata in settembre nella Playboy Mansion di Hefner in California. Hefner, che ha 89 anni ed è tuttora, sia pure di nome, il direttore della testata ha dato luce verde. “Siamo rimasti vittima del nostro stesso successo”, ha ammesso Flanders riferendosi alle battaglie per la liberazione sessuale condotte dal magazine negli anni sessanta e settanta: “Quelle battaglie sono state combattute e vinte. Oggi sei a un clic di distanza da ogni atto sessuale immaginabile possibile”.

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