Nozze gay, i social incastrano il giudice: accusato di essere di parte

di Gabriella Ronza

Carlo Deodato è molto diretto nella sua descrizione su twitter, nella quale i più hanno visto una posizione contraria alle idee di libertà gender: “Giurista, cattolico, sposato e padre di due figli. Uomo libero e osservatore indipendente di politica, giurisdizione, costumi, società”.

Si tratta di uno dei cinque magistrati del Consiglio di Stato che l’8 ottobre si è pronunciato con una sentenza contro le trascrizioni in Italia delle nozze gay celebrate all’estero. Il suo profilo Twitter è pieno di post provenienti da associazioni pro-life e testate cattoliche chiaramente schierati contro le unioni gay e in difesa della famiglia tradizionale.

Sulla questione si è alzato un polverone soprattutto da parte degli avvocati della Rete Lgbti, che hanno fin da subito dichiarato: “Sosterremo le famiglie che faranno ricorso alla Corte europea per i diritti dell’uomo”.

“Il verdetto si regge su una interpretazione errata del diritto civile e costituzionale. L’articolo 115 del codice civile – affermano, contestando la sentenza –  ha un contenuto differente da quello che sostiene il Consiglio di Stato. Esso fa espressamente riferimento solo e soltanto agli articoli del codice sulla maggiore età, sulla libertà di stato e sui gradi di parentela e affinità per poter contrarre matrimonio. Se sono soddisfatti i predetti requisiti, il cittadino italiano può contrarre matrimonio all’estero”. Si afferma, inoltre “l’inesistenza del matrimonio same-sex, contestualmente alla citazione della sentenza 4184 della Corte di Cassazione che dice il contrario, e si sostiene in maniera irrefutabile che il matrimonio same-sex contratto all’estero è improduttivo di effetti. La sentenza dei giudici amministrativi dice, poi, che l’articolo 29 della Costituzione ha costituzionalizzato il matrimonio eterosessuale, cosa che neppure la Corte Costituzionale ha mai affermato”.

Per gli avvocati Rete Lenford, Deodato è “troppo di parte”, ma il giudice si difende così: “La sentenza è collegiale, invece vedo che attaccano solo me. – poi aggiunge – Ho solo applicato la legge  in modo ideologico e rigoroso, lasciando fuori le convinzioni personali che non hanno avuto alcuna influenza”.

Sul caso è intervenuto il ministro Angelino Alfano: “L’anno scorso la mia circolare sul divieto di trascrizione nozze gay contratte all’estero: polemiche, aggressioni talvolta violente e una pioggia di ricorsi. Adesso il Consiglio di Stato mi dà ragione su tutta la linea: i matrimoni tra persone dello stesso sesso non sono previsti dalla legge italiana, pertanto le trascrizioni fatte dai sindaci sono illegittime e la vigilanza è di competenza dei Prefetti. Molto bene”.

Non è di uguale avviso Franco Grillini, presidente di Gaynet ed esponente storico della comunità Lgbt italiana: “È un simpatizzante di Comunione e Liberazione e nel suo profilo Facebook pubblicizza link e si schiera con le iniziative delle Sentinelle in piedi” per cui “è mancata la terzietà e va quindi rivista la sentenza affidando il procedimento ad un giudice terzo”.

La Lega, invece, ha preso le difese del giudice: “#iostocondeodato vergognoso attacco che sta subendo semplicemente per aver emanato sentenza conforme alla legge dello stato” twitta Fedriga

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