Legge Severino, Consulta rigetta ricorso: De Luca e De Magistris rischiano

di Redazione

La Corte Costituzionale ha rigettato, ritenendolo infondato, il ricorso presentato sulla legge Severino e in particolare sulle norme relative alla sospensione degli amministratori locali condannati, anche in via non definitiva, per determinati reati. La questione era stata sollevata nell’ambito del caso del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.

Per ora nessun commento di de Magistris. Secondo quanto si apprende, l’ex pm attende di conoscere le motivazioni dei giudici della Consulta. Da ambienti vicini all’amministrazione, infatti, si sottolinea che il dispositivo appena emesso dalla Corte Costituzionale sembrerebbe non escludere una possibilità di un rigetto del ricorso di tipo dubitativo o interpretativo e non per infondatezza.

La legge Severino, entrata in vigore alla fine del 2012, disciplina l’incandidabilità e la decadenza dei politici eletti e impone “l’immediata sospensione dall’incarico su richiesta del prefetto e del ministero dell’Interno per un periodo di almeno 18 mesi” nei confronti degli amministratori pubblici condannati anche solo in primo grado per una serie di reati, tra cui quelli contro la pubblica amministrazione.

La questione riguardava l’articolo 11 del decreto legislativo, entrato in vigore nel gennaio 2013, con cui si prevedeva l’applicabilità retroattiva della norma che stabilisce la sospensione, per 18 mesi, di sindaci, assessori, presidenti o consiglieri provinciali, condannati con sentenza non definitiva.

Il Tar della Campania aveva sollevato il caso nell’ambito del procedimento con cui il sindaco de Magistris – nel settembre 2014 condannato in primo grado ad un anno e tre mesi nel processo “Why not” per abuso d’ufficio – aveva chiesto l’annullamento della sospensione dall’incarico disposta nei suoi confronti dal prefetto. Successivamente la Cassazione ha ritenuto incompetente in materia il Tar e ha rimesso gli atti al giudice ordinario. Il tribunale civile di Napoli, riassunto il giudizio, ha sospeso gli effetti del provvedimento prefettizio e permesso, al momento, a de Magistris di tornare a vestire la fascia di primo cittadino. La prossima udienza davanti al giudice civile è fissata per venerdì prossimo e de Magistris potrebbe beneficiare della prescrizione del reato. Nei mesi scorsi disse che non l’avrebbe voluta ma la scelta di accettarla gli consentirebbe di restare al suo posto.

Il caso De Luca – Maggiori rischi, invece, e per il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che sarà di nuovo passibile di applicazione della Severino. Lo scorso gennaio De Luca, all’epoca sindaco di Salerno, è stato condannato in primo grado a un anno per abuso d’ufficio in un’inchiesta sulla realizzazione di un termovalorizzatore. Decaduto per alcuni giorni dall’incarico di sindaco in base alla Severino, aveva poi presentato ricorso al Tar contro la sospensione e i giudici amministrativi gli avevano dato ragione, reintegrandolo, in attesa di una pronuncia definitiva della Corte Costituzionale. De Luca era stato poi eletto in primavera col Pd alla presidenza della Regione.

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