Egitto, aereo precipitato. Russia smentisce Isis: “Non è stato abbattuto”

di Redazione

Un aereo di linea della compagnia russa “Kogalymavia” si è schiantato in un’area centrale della penisola del Sinai, in Egitto. Si tratta di un Airbus A-321, con 224 persone a bordo: 12 dell’equipaggio e 212 passeggeri, compresi 17 bambini. I passeggeri erano in prevalenza russi, c’erano poi un cittadino bielorusso e tre ucraini.

L’aereo era decollato ieri alle 12.10 (ore 10.10 italiane) da Sharm-el-Sheikh e diretto a San Pietroburgo. L’aereo è spezzato in due con la parte posteriore che ha preso fuoco e quella anteriore che si è schiantata contro una roccia.

Lo schianto è avvenuto vicino ad una zona in cui l’esercito egiziano sta combattendo contro i militanti dell’Isis, ma fonti della sicurezza egiziana hanno affermato che è precipitato “a causa di un guasto tecnico”, escludendo perciò qualsiasi tipo di atto terroristico all’origine della tragedia.

Il pilota, infatti, chiesto un atterraggio di emergenza “poco prima di scomparire dai radar”. Inizialmente i controllori di volo della Turchia avevano smentito l’allarme lanciato dalle autorità dell’aviazione egiziana, riferendo di essere entrati in contatto con l’Airbus russo. Poco dopo, però, anche le autorità russe hanno confermato l’aereo era scomparso dai radar.

Svanite tutte le speranze di trovare qualcuno ancora in vita. I soccorritori arrivati sul luogo dello schianoto infatti, secondo fonti della sicurezza egiziana, in un primo momento avevano detto di aver sentito voci dall’interno dell’aereo che chiedevano aiuto. Dai rottami sono stati estratti i cadaveri di cento persone, tra le quali dieci bambini, secondo quanto riferiscono i soccorsi. Due terzi del velivolo “sono distrutti” mentre la parte vicina ai serbatoio di carburante sarebbe ancora parzialmente integra. Cinquanta le ambulanze impiegate per le operazioni.

Il presidente russo Vladimir Putin, che ha dichiarato, secondo LaPresse, il 1 novembre giornata di lutto nazionale, ha ordinato di indagare sulla tragedia, mentre il Comitato investigativo russo ha aperto un’inchiesta per “violazione delle norme di sicurezza dei voli”.

Intanto, con un comunicato su Twitter, la Provincia dell’Isis in Sinai afferma di aver abbattuto l’aereo e aver ucciso “oltre 220 crociati russi”. “Voi russi e i vostri alleati non sarete più sicuri sui cieli dei Paesi musulmani”, si legge nella rivendicazione. Su alcuni siti arabi è stato pubblicato un video, nel quale si dice di riprendere “il momento della caduta dell’aereo russo”.

Fonti della sicurezza egiziana, però, smentiscono con forza l’autenticità del documento e affermano che il velivolo volava a un’altitudine tale da non poter essere abbattuto dai jihadisti. Anche il ministro dei Trasporti russo, Maksim Sokolov, ha smentito categoricamente, bollando come “non attendibile” l’ipotesi che l’aereo russo sia stato abbattuto “da terroristi”.

Recuperata una delle scatole nere dell’aereo, ha fatto sapere l’agenzia Tass, mentre il portavoce dell’ente aeronautico russo Rosaviatsia, Serghiei Izvolsk, ha spiegato che l’aereo caduto è un Airbus A320, volo 92-68, in viaggio da Sharm el-Sheik a San Pietroburgo: il velivolo era decollato alle 6.51 ora di Mosca. Alle 7.14 non ha contattato Larnaca (Cipro) ed è scomparso dai radar”.

Il Comitato investigativo russo ha aperto un’inchiesta sullo schianto dell’aereo per “violazione delle norme di sicurezza dei voli o delle preparazioni dei voli”. A farlo sapere è il portavoce del Comitato, Vladimir Markin.

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