Querelato dal sindaco per post su Fb: “Barbarie etica e morale”

di Antonio Taglialatela

Teverola – “Ecco i post che ho pubblicato Questi sono i post che ho pubblicato il giorno 16 settembre, quando il nostro sindaco e la sua giunta si sono sentiti offesi ed hanno deciso di querelarmi. Secondo voi ci sono gli estremi per una denuncia penale? Agire così contro un cittadino è una barbarie etica e morale”.

Mostrando la “prova del delitto” (guarda la foto) sul suo profilo Facebook, Agostino Pecorario, candidato alle ultime amministrative a Teverola nella lista civica guidata dall’ex primo cittadino Biagio Lusini, condanna senza mezzi termini la decisione del sindaco Dario Di Matteo e della sua Giunta di querelarlo per uso improprio dello stemma comunale.

La vicenda nasce da un post pubblicato sul social network da Pecorario, oggi attivista del movimento “Noi Teverola”, in cui il giovane teverolese sottolineava come, invece di comprare un nuovo scuolabus, come annunciato dalla lista Di Matteo in campagna elettorale, l’amministrazione avesse riparato il vecchio. Un post corredato da una foto che metteva insieme un volantino elettorale della lista “Città Fertile” (“Il nuovo scuolabus parte a settembre”) e l’immagine della delibera di Giunta riguardante la riparazione del vecchio automezzo.

Nella stessa giornata Pecorario aveva pubblicato altri post riguardante situazioni di degrado in città, dovute in particolare alla presenza di cumuli di rifiuti.

Ed è proprio qui che “casca l’asino” per “Noi Teverola”. In un volantino (guarda qui), infatti, il movimento ritiene che la querela sia nata perché Pecorario avrebbe “osato” criticare l’amministrazione e mostrare pubblicamente “il festival della monnezza”. E ironizza con un appello alla cittadinanza: “Non comportatevi come persone ‘libere’, potreste incorrere in azioni legali contro di voi”.

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