Caserta – “Questa sciagura deve finire al più presto”. Non usa mezzi termini Stefano Masi, della direzione provinciale del Partito Democratico di Caserta, nel chiedere le dimissioni del coordinatore Raffaele Vitale che sembra non volere, o non potere, garantire quella pacificazione che il Pd di Terra di Lavoro – oggi, più che mai, in preda a gruppi e sottogruppi – attende da anni.

“Il segretario non ha convinto nessuna delle anime del Pd che volesse impegnarsi a compiere politiche in netta discontinuità rispetto al passato”. Questa la realtà secondo Masi, per il quale “concentrare l’attenzione soltanto su quanto accaduto nell’ultimo mese serve a distogliere l’attenzione su tutto l’operato di Vitale. A lui è stato assegnato il compito di pacificare il partito, e non ci è riuscito; il compito di provare ad allargare il perimetro della propria maggioranza per portare avanti con solidità la politica del Pd in provincia, e non ci è riuscito; il compito di provare a spazzare via i dissidi esistenti, e non ci è riuscito”.

“Dieci mesi fa – spiega Masi – dopo essersi salvato dalla sfiducia, Vitale aveva detto che sarebbe ripartito dai territori e nemmeno questo ha fatto”. E qui il giovane esponente dem cita qualche esempio: “A Carinaro non è arrivato ad affrontare la vicenda delle denunce di brogli sul tesseramento. Ad Orta di Atella, sezione commissariata dal giorno dopo il congresso provinciale, non si è visto. E parliamo della sezione di cui fa parte il suo ex avversario Giuseppe Roseto, dunque simbolica. A Gricignano non è possibile fare un congresso da oltre tre anni, come a Sant’Arpino. Per non parlare dei casi di Alvignano, Grazzanise e altri. E ciò avrebbe potuto farlo anche senza una segreteria”.

Poi la questione Asi: “Dopo aver votato all’unanimità la relazione della senatrice Capacchione non ha fatto un gesto concreto”. E l’accusa di gestire la segreteria come un comitato elettorale: “Nei mesi precedenti alle elezioni regionali – continua Masi – Vitale non ha partecipato a incontri tenuti da rappresentanti istituzionali al di fuori di quelli della sua corrente. E questo è un segretario che può riunificare il partito?”.

Una “furbata”, che si potrebbe rivelare un “boomerang”, viene definita la nomina dei sindaci all’interno della segreteria provinciale. “Premesso che sono tra gli ultimi che può dare un giudizio negativo sulla figura dei sindaci sotto il profilo della conoscenza dei territori, – sostiene Masi, riferendosi all’esperienza del padre, Mario, sindaco emerito di Carinaro – il problema è che questa iniziativa di Vitale non porta da nessuna parte. Cosa dovrebbero fare i sindaci? Non credo che questa segreteria, seppur animata da buone intenzioni, riesca a pacificare il partito. E’ l’ennesima furbata per mettere il dissenso a tacere. Ma avrà un effetto boomerang su Vitale quando si scoprirà che lui non ha alcuna volontà di risolvere i problemi sul tavolo”.

Eppure sarebbe proprio questo il momento di riunire il partito, anche in vista di importanti appuntamenti elettorali nel 2016 in città come Aversa, Caserta, Santa Maria Capua Vetere, dove si rinnovano i sindaci e i Consigli comunali. Ma, almeno stando alle considerazioni di Masi, non ci sarebbero le condizioni.

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