Emergenza mensa, Bove propone alternative

di Redazione

Maddaloni – Il consigliere comunale di opposizione, Luigi Bove, interviene sull’emergenza che sta riguardano le mense delle scuole comunali di Maddaloni.

In modo particolare, Bove punta l’indice sul fatto che ci sono circa 50 bambini che non riescono ad usufruire della mensa scolastica per ragioni economiche legate al reddito delle loro famiglie e d’altro canto c’è la burocrazia comunale che non riesce a prendere provvedimenti circa l’esenzione. Si tratta di bambini delle scuole dell’infanzia e soprattutto delle elementari.

Bove propone: “Ci sono due alternative. La prima: il Comune elimina la divisione per fasce di reddito e quindi fa pagare una somma uguale per tutti e cioè sono 250 300 i bambini che usufruiscono totalmente della mensa e allora far pagare una somma, a titolo di esempio dico 2 euro, uguale per tutti e ogni giorno e a pasto eliminando la divisione di fasce di reddito. In questo modo, il servizio sarebbe efficace, la platea dei bambini sarebbe garantita e si potrebbe poi intervenire con i servizi sociali in favore di coloro che non ce la farebbero manco a pagare la somma uguale per tutti. Oppure il Comune potrebbe e dovrebbe, essendo questo un servizio minimo essenziale, far rimanere invariata la situazione delle fasce reddituali e mettere mano ora e in maniera consistente al capitolo di bilancio per gli indigenti, una volta provata la loro reale situazione di disagio”.

“Non è possibile – sottolinea il consigliere – che ci sono più di 50 bambini, tra scuole primarie ed elementari, che non possono usufruire della mensa per ragioni economiche. Non si possono fare divisioni in tal genere; un’amministrazione comunale seria deve essere attentissima al fenomeno sociale di coloro che sono in difficoltà e andare incontro alle famiglie più povere e disagiate; lo dice anche e soprattutto la Costituzione Italiana”.

Bove chiama in causa l’assessore alla Pubblica istruzione, D’Anna: “Deve intervenire quanto prima e risolvere la problematica; o prende in considerazione una delle due ipotesi sopraccitate oppure ne concretizzasse un’altra ancora per permettere che almeno dinnanzi ad un pasto ad un bambino non si effettuino sempre differenze, dividendoli tra quelli di serie A e quelli di serie B”.

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