Migranti, naufragio in Grecia: 30 morti. Molti erano bambini e neonati

di Redazione

I corpicini senza vita di bimbi e neonati che affioravano a pelo d’acqua. Una scena devastante, che ricorda l’ormai famosa foto di Aylan, al largo dell’isola greca di Farmakonisi, a una quindicina di chilometri dalla Turchia. Ancora non sono chiare le dimensioni e la dinamica dell’ennesimo dramma che riguarda migranti in arrivo in Europa.

Nel complesso le vittime sarebbero almeno 34, tra cui 11 bambini e 4 neonati. Diverse persone sono state trovate nella stiva di un barcone che si è rovesciato in circostanze ancora da conoscere. Gli altri annegati nelle vicinanze. Complessivamente 68 persone sarebbero invece state salvate dalla guardia costiera e 29 riuscite a raggiungere a nuoto la riva.

Una tragedia che giunge nel corso di una giornata contrassegnata da arrivi record e polemiche sull’accoglienza in Germania (dove 13 mila profughi da sabato sono in qualche modo ospitati nella stazione di Monaco) Austria e Ungheria (qui sono oltre 4 mila migranti e profughi giunti nelle ultime ore dalla Serbia). Berlino peraltro ha sospeso, dalle 17.00, il traffico ferroviario dall’Austria a causa del flusso massiccio di arrivi e ha annunciato l’avvio di controlli alla frontiera con l’Austria, di fatto una sospensione del trattato di Schengen.

Il ministro dell’Interno tedesco Thomas De Maiziere nel confermare l’immediato ripristino dei controlli al confine con l’Austria ha definito le quote come “una misura urgente” per motivi di sicurezza. I controlli dei confini, secondo il ministro tedesco, permetteranno che i flussi “enormi” di rifugiati in arrivo possano essere gestiti in maniera ordinata, ma non sono la soluzione. “La Germania ha bisogno di proteggere se stessa”, ha detto, chiedendo una redistribuzione “solidale” nel blocco. Il punto caldo del Paese è la Baviera, dove continuano ad arrivare migliaia di profughi che attraversano l’Ungheria e poi l’Austria.

La Commissione europea ha fatto sapere di approvare la decisione di Berlino, affermando che essa sia legittima e rispetti le regole sui confini previste dagli accordi di Schengen. “La temporanea reintroduzione dei controlli di frontiera tra Stati membri è una possibilità eccezionale esplicitamente prevista e regolata dal codice frontiere di Schengen, in caso di situazione di crisi”, ha affermato. La Commissione definisce la situazione, “a prima vista, prevista dalle regole”, specificando tuttavia che l’obiettivo è tornare alla normale assenza di controlli “non appena possibile”.

“Servono zone d’attesa per i migranti in Italia, come anche in Grecia e in Ungheria”, ha detto ancora il ministro tedesco de Maiziere, in conferenza stampa, annunciando che il tema sarà trattato lunedì al vertice degli ministri dell’interno Ue che si terrà a Bruxelles. Il vertice straordinario sull’immigrazione dovrà adottare il piano iniziale della Commissione europea per ricollocare 40mila richiedenti asilo, discutendo poi gli ulteriori 120mila, secondo quote diverse Paese per Paese. Proprio queste ultime sono il punto di “contenzioso” che spacca i membri dell’Ue, volute da Paesi come la Germania e osteggiate soprattutto da quelli orientali.

La Slovacchia è pronta a esercitare il potere di veto su qualsiasi decisione riguardante le quote obbligatorie sulla distribuzione dei migranti. Ha affermato il ministro dell’Interno Robert Kalinak: “Ho il mandato del governo e del Parlamento a esercitare il diritto di veto sulle quote perché non hanno senso, sono direttamente contro gli interessi dei rifugiati e non risolvono la crisi”, ha detto in un’intervista televisiva.

Intanto, in la Austria la polizia ha trovato 42 migranti, fra cui 5 donne e 8 bambini, nascosti all’interno di un camion frigorifero fermato lungo un’autostrada vicino al confine tedesco. Tutti erano in buona salute e i due autisti del mezzo, che sono entrambi iracheni, sono stati arrestati. L’episodio è avvenuto nel Land dell’Alta Austria sull’A8 all’altezza di Aistersheim. L’automezzo ha targa finlandese e viene di solito usato per il trasporto di fiori.

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