Migranti “marchiati” per essere riconosciuti: il decorso di un esodo insostenibile

di Stefania Arpaia

Breclav – Marchiati con numeri come se fossero carne al macello, così i migranti, in fuga da zone di guerre e martirio, verrebbero accolti e riconosciuti. La notizia sta facendo il giro del mondo e lascia una scia di polemiche.

E’ accaduto in Repubblica Ceca, a Breclav, dove la polizia armata di pennarelli ha scritto sulle braccia di uomini, donne e bambini, il numero del vagone e del treno dal quale provenivano, in modo da poterli riconoscere. Persone disperate, private di tutto, anche della loro dignità. Un numero dietro il quale si celano storie di madri, padri e figli, che però non sembrano interessare nessuno mentre l’unica preoccupazione rimane quella di capire dove possa essere collocata tanta gente.

Il “segno di riconoscimento” temporaneo avrebbe interessato oltre 200 persone tra siriani e afghani, diretti in Austria e Germania. Presenti più di 60 bambini.

“La Repubblica Ceca procede rigorosamente in conformità con i trattati internazionali e la nostra legge dice che a nessuno è permesso di entrare nel suo territorio senza un documento valido”, ha dichiarato il primo ministro Bohuslav Sobotka, ma la situazione assume sempre più i contorni di un esodo insostenibile.

Intanto, l’Italia fa sapere che, su richiesta della Germania, potrebbe ripristinare temporaneamente i controlli al confine col Brennero, incrementando i supporti alla nazione tedesca. 

“Il governo si è prontamente attivato a sostegno della richiesta della Germania comunicando la disponibilità a ripristinare, nel rispetto degli accordi di Schengen, i controlli al confine del Brennero, analogamente a quanto avvenuto in occasione del G7 – si legge in una nota emanata dalla provincia di Bolzano – La Baviera ha chiesto un aiuto logistico alla Provincia di Bolzano, che ha ottenuto il via libera dal governo a ospitare per alcuni giorni un contingente di migranti diretti in Germania. La Provincia di Bolzano accoglierà quindi per qualche giorno un numero di profughi stimati tra i 300 e i 400”.

 

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