“Camorra dato costitutivo di Napoli”, polemica su parole di Rosy Bindi

di Redazione

Napoli – “Se qualcuno si è offeso non posso chiedere scusa perché ne sono convinta. Non ho mai parlato di dna. Non negare la camorra è il primo atto per combatterla”. Le parole del presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi, hanno innescato una querelle cominciata lunedì dopo alcune sue dichiarazioni che hanno fatto infuriare il sindaco di Napoli Luigi De Magistris.

In città la situazione “è preoccupante”, senza dubbio. Del resto la camorra è “il dato costitutivo della città” aveva detto la Bindy nel corso della sua prima giornata partenopea, spiegando che in azione ci sono “frange, terze e quarte file” che “non hanno nulla a che vedere con gli storici clan” ma che “sono pericolosissime”.

Un quadro dove i minori sono ormai capi e non solo più manovalanza, agiscono secondo “una logica imprevedibile” che proprio per questo rende ancora più complicate le indagini.

“Sono saltato sulla sedia quando ho sentito quella frase che non condivido per nulla. – ha commentato Magistris – La cultura, la storia, il teatro, l’umanità sono l’elemento costitutivo di Napoli della Regione e del Mezzogiorno. Altra cosa è dire che la camorra è diventata forte perché per troppo anni è andata a braccetto con politica e che ancora esiste”. Per il primo cittadino di Napoli ci sono tanti elementi di novità: “Oggi la camorra non va più a braccetto con l’amministrazione comunale di questa città”.

“Mai parlato della camorra nel dna dei napoletani. Ho parlato della camorra come elemento costitutivo di una società e della storia della città. Ripeto queste parole con convinzione. – ha puntualizzato Rosy Bindi – Non si può fare una storia di Napoli senza fare una storia della camorra, così come una storia dell’Italia senza le mafie – aggiunge – ignorare questo dato impedisce che camorra e mafie continuino ad essere elemento costitutivo. Sentirsi offesi per questo è il primo regalo che possiamo fare alle mafie”.

Essere “consapevoli” di questo dato, “non negarlo, è il primo atto per combatterle. Finché negheremo che ci sono e ci ostineremo a non conoscerle o ci volteremo dall’altra parte – prosegue – apriremo loro territori immensi, come sta succedendo, e consegneremo loro delle vite”.

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