Aylan, bimbo siriano muore su coste turche. Renzi: “Vogliamo approccio globale”

di Stefania Arpaia

Roma – E’ divenuta il simbolo della disperazione dei migranti l’immagine che ritrae il piccolo Aylan, bimbo di appena 3 anni, siriano, annegato in quelle acque che avrebbero dovuto condurlo ad una vita migliore.

La sua storia sta facendo il giro del mondo perchè non è possibile che tanti innocenti muoiano senza che nessuno faccia nulla per aiutarli. 

A perdere la vita insieme al piccolo, anche la madre e il fratellino di 5 anni, Galip, che da Kobane, erano partiti verso “nuove terre”. L’unico superstite è il padre che adesso chiede di poter tornare indietro per dare loro degna sepoltura. La famiglia aveva deciso di tentare il viaggio della speranza dopo che gli era stato negato l’ingresso in Canada, paese in cui risiede una parente. Il piccolo, Aylan Kurdi, infatti come confermato dalle autorità canadesi, era il nipote di una donna, che abita nell’area di Vancouver, nella Columbia Britannica.

L’unica soluzione per non perdere tutto era partire e invece è stata proprio quella decisione a condurre alla fine.

Un’intera famiglia smembrata e ciò che è ancora più grave è che non è il primo caso, nè sarà l’ultimo. Il fenomeno dell’immigrazione sta assumendo proporzioni impensabili, con persone che continuano ad invadere giorno dopo giorno i paesi occidentali.

Intanto, l’agenzia di stampa statale Anadolu ha diffuso la notizia dell’arresto di 4 potenziali scafisti. Il corpicino senza vita del piccolo Aylan è stato raccolto nella penisola di Bodrum, nella Turchia sudoccidentale, da un’autorità locale. In quella stessa traversata hanno perso la vita altre 12 persone.

Un attivista anti Isis di Raqqa, Abdalaziz Alhamza, su Twitter ha scritto che la madre di Aylan e Galip sta bene, era ad Atene e ora è tornata sull’isola di Mytilene, il suo terzo figlio sta bene. Si tratta però di informazioni che non sono verificate.

Previsto per il prossimo venerdì un consiglio esteri, a Lussemburgo, in cui si discuterà delle possibili soluzioni ad una situazione che va risolta il prima possibile. Secondo i dati forniti da Frontex, nel 2014 sono stati 264.950 gli arrivi illegali di migranti in Europa. La rotta più sfruttata è stata quella del Mediterraneo Centrale, che ha visto un’impennata degli ingressi del 1.452%. In crescita anche la via che attraversa i Balcani occidentali, con 43.360 ingressi nel 2014 e un aumento degli arrivi del 1.303%.

Renzi: “Bisogna prendere atto che questa emergenza non è solo un’emergenza, perché continuerà a lungo: non si risolve in qualche giorno, serviranno settimane, mesi. Richiede un approccio globale, un approccio europeo”.

“Quelle immagini – ha detto in merito alle foto che ritraggono Aylan – strapazzano la mia anima di padre. Non è colpa dell’Europa, ma è dovere dell’Europa dare una risposta unitaria, che parta dal diritto di asilo europeo, da un’iniziativa europea di accoglienza, dal rimpatrio europeo, da una strategia globale che tenga insieme interventi da fare nei Paesi di origine, cooperazione internazionale, aiuti allo sviluppo, e contemporaneamente la gestione dell’emergenza e dei rimpatri”.

 

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