Sagliocco e il “Fattore S”

di Nicola Rosselli

Aversa – Avevo detto più volte che Peppe Sagliocco sarebbe andato via dalla poltrona di sindaco solo quando avrebbe voluto lui. Invece, così non è stato. Così non è stato perché ho sbagliato non mettendo in conto il fattore “S”, quel fattore che aveva distrutto e fagocitato un centro sinistra che ancora oggi, a nove anni da allora, non riesce a riprendersi. Quel fattore che questa volta non ci ha pensato più di tanto a dare il colpo di grazia ad un centro destra che già era disastrato a causa dello tsunami che si era registrato in Forza Italia. Un fattore “S” in relazione al quale ho commesso un secondo errore.

Per quel poco di conoscenza che ho del soggetto in questione, avrei pensato che avesse affrontato (se avesse deciso di lasciare Sagliocco) il sindaco di faccia senza ricorrere a sotterfugi. Al malore nessuno ha creduto. Il motivo di questo “tradimento” (perché di questo si tratta) deve essere ricercato altrove. Una strada l’ha indicata l’avvocato Raffaele Santulli che nel corso del suo ultimo Question Time ha parlato di promessa non mantenuta da parte di Sagliocco di affidare ad un noto architetto aversano un ruolo di primo piano nel redigendo Puc. Incarichi particolari che, invece, sarebbero andati ad altri consiglieri comunali. Da qui, prima un alterco e, successivamente, il grande coup de theatre con una personale messa in scena del Malato Immaginario. Una ricostruzione, ovviamente, fantasiosa questa nostra.

Infatti, se c’è un colpevole nella caduta di Sagliocco è Sagliocco stesso che in questi tre anni ha avuto un solo grande nemico: il proprio carattere. Dimenticando la fazione dei sette giovani che ha lasciato la maggioranza in tempi rapidi, quando ha capito che la ruota non girava più come prima e che il sindaco non era incline a compromessi e che per questo doveva andare a casa, Sagliocco ha commesso un errore particolare con Mimmo Palmieri. Ancora adesso non riesco a spiegarmi perché non ha fatto in modo che fosse eletto alle provinciali. Sarebbe stata anche una prova di coesione della sua maggioranza. Invece niente. Così facendo Sagliocco è diventato un sindaco sotto scacco. Uno scacco che poteva essere innescato da chiunque e da qualunque cosa, anche da un malore improvviso del più fido dei suoi scudieri. Una circostanza che si è avverata puntualmente perché il sentirsi indispensabile (è umano) fa venire appetito. E la fame, si sa, muove gli istinti, anche quelli più bassi, di noi umani.

Ora si deve tornare alle urne. Come sarebbe bello se tutti quelli che hanno, in qualsiasi modo, dalla maggioranza all’opposizione, partecipato all’amministrazione della città negli ultimi venti anni, giovani o vecchi che siano, rimanessero a casa propria o si limitassero, al massimo, a fare i padri nobili. Una volta tanto, sarebbe bello capire se, voltando completamente pagina a livello di persone, si riuscisse a far voltare pagina anche alla città.

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