Puzza, l’Ecotransider ottiene la sospensiva dal Tar: udienza il 24 settembre

di Antonio Taglialatela

Gricignano – Si preannunciava una lunga battaglia legale e così si sta rivelando. La Ecotransider ha presentato ricorso al Tar Campania e ottenuto, in via provvisoria, la sospensiva dell’ordinanza, emessa lo scorso 9 settembre dal sindaco di Gricignano, Andrea Moretti, che aveva fermato le attività di stoccaggio e trattamento dei rifiuti umidi dell’azienda situata nella zona industriale di Gricignano, ritenuta la “fonte” della puzza che ogni notte infesta il territorio cittadino ma anche quello delle limitrofe Carinaro e Teverola.

Il tribunale amministrativo ha fissato per il 24 settembre l’udienza di merito per valutare se confermare o meno il provvedimento del primo cittadino. La notizia è arrivata mentre, venerdì mattina, si teneva l’ennesima conferenza di servizi, presso il Dipartimento Ambiente della Regione Campania, sulla gestione degli sfalci di potatura all’interno della EcoT, a margine della quale il sindaco Moretti, ai nostri microfoni, ha ribadito le motivazioni della sua ordinanza, che punta “alla totale eliminazione dalla fonte delle esalazioni odorigene pericolose e dannose per la salute pubblica dell’intera collettività”.

Nel provvedimento Moretti fa riferimento al monitoraggio della qualità dell’aria sul territorio di Gricignano effettuato dall’equipe della Seconda Università degli Studi di Napoli, diretta dalla professoressa Maria Laura Mastellone, nell’ambito del protocollo d’intesa stipulato con il Comune. Dallo studio risulta “la presenza nell’aria di composti organici e aromatici pericolosi per la salute umana e non spiegabili con il solo traffico veicolare”.

Una tesi che viene respinta in toto dalla Ecotransider che, nel ricorso presentato al Tar, non accetta l’accusa di essere “fonte esclusiva” delle immissioni odorigene nella zona della stazione ferroviaria, ritiene insussistente “l’urgenza” del provvedimento e contesta il mancato allegato all’ordinanza relativo allo studio ambientale effettuato dall’Università. Poi cita un sopralluogo compiuto dall’Arpac lo scorso 1 settembre, quando un funzionario attestò che “nelle aree esterne dell’impianto non si avvertono maleodoranze significative” e che “il sistema di deodorazione fisso è in funzione”.

Inoltre, la EcoT sottolinea come il sindaco abbia adottato il provvedimento “senza considerare gli interessi economici dell’azienda e dei propri dipendenti e il prevalente interesse pubblico alla tutela ambientale, sia in relazione alla necessità di continuare il trattamento dei rifiuti già presenti nell’impianto che alla necessità di garantire la regolare continuazione del ciclo dei rifiuti dei comuni campani convenzionati con la stessa azienda, costretti a interrompere la raccolta dei rifiuti”.

Nel ricorso viene quantificato anche il danno economico arrecato: “370mila euro mensili solo in forza dei contratti stipulati con le amministrazioni comunali”, scrive la EcoT. Oltre “alla gravissima conseguente perdita occupazionale” e “la lesione degli interessi pubblici per la continuazione del trattamento dei rifiuti presenti nell’impianto” e “del regolare svolgimento dei ciclo dei rifiuti per i quali l’azienda espleta il servizio”.

Da un lato, dunque, la tutela della salute collettiva e dall’altro quella del prosieguo del servizio pubblico e degli interessi economici dell’azienda. Chi la spunterà? Intanto, il Comune già  annuncia di essere intenzionato, qualora il Tar sospendesse definitivamente l’ordinanza del sindaco, a ricorrere al Consiglio di Stato per l’annullamento della sentenza.

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