Effetto Cina: le Borse europee chiudono in gran rialzo

di Redazione

Le Borse europee chiudono in gran rialzo dopo il taglio dei tassi da parte della Banca centrale cinese. I mercati riacquistano dunque fiducia e, dopo il lunedì nero, rialzano la testa. A Milano il Ftse Mib guadagna il 5,86% a 21.649 punti e il Ftse All Share il 5,60% a 23.280. Francoforte finisce a +4,97% a 10.127, Parigi a +4,14% a 4.564, Londra a +3,09% a 6.081.

Milano – Dopo aver perso il 5,96% lunedì, Piazza Affari recupera grazie soprattutto alle banche, che hanno registrato una continua crescita degli acquisti fino agli ultimi minuti della giornata. Bper è salita del 9,4% finale, Intesa dell’8,2%, Banco popolare del 7,2%, Unicredit del 6,8%.

Molto bene anche Luxottica (+6,5%) che alla vigilia ha fatto sapere di essere poco esposta sul mercato cinese, e Fca, che ha chiuso in rialzo del 6,4% a 12,7 euro. Rimbalzo netto anche per Telecom Italia (+6%), Mps (+5,4%) e soprattutto per Eni, salita di oltre il 5% a 13,8 euro dopo aver accusato i ribassi del petrolio.

Più caute Mediaset (+3,5% dopo aver annunciato che oscurerà quasi completamente il suo segnale sul satellite per impedire la ritrasmissione da parte di Sky), Tenaris (+3,4%) e Tod’s, salita del 2,4% sui timori in rallentamento della Cina. Sempre stabili Ansaldo, Pirelli e Wdf sui prezzi di Opa.

Asia – Pessima giornata invece per i mercati asiatici. La Borsa di Tokyo, in scia alle turbolenze scatenate dai timori sulla tenuta della Cina, termina gli scambi con un tonfo del 3,96%. Il Nikkei, mossosi nel range di 1.000 punti, chiude vicino ai minimi intraday e sugli ultimi sei mesi, a 17.806,60 (-733,98 punti), fallendo il rimbalzo nella parte centrale. Nuovo scivolone per la Borsa di Shanghai, con un calo del 7,63% a 2.964 punti. Simile l’andamento della piazza di Shenzhen (-7,09% a 1.749 punti). In forte declino Bank of China (-8,16%), che però sulla Piazza di Hong Kong (+0,78%) limita il calo al 2,43%.

Il tonfo delle Borse asiatiche era arrivato nonostante il massiccio intervento di Pechino a sostegno della banca centrale. Secondo quanto riporta l’agenzia Nuova Cina, infatti, la People’s Bank of China, la banca centrale cinese, ha effettuato l’intervento più massiccio dal gennaio 2014, immettendo sul mercato 150 miliardi di yuan (23,4 miliardi di dollari).

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