Occupazione immobili nelle villa comunale, Piazza denuncia “blitz di Ferragosto”

di Redazione

Mondragone – Puntuale, come i temporali ferragostani, è arrivato il blitz sotto l’ombrellone del duo ribaltonista Cennami/Schiappa. Nella seduta di Giunta del 13 agosto la maggioranza ha operato una vera e propria azione lampo sulla spinosa questione dei canoni dovuti dagli occupatori senza titolo degli immobili posti all’interno della villa comunale nella zona mare.

Non contenti della sentenza del Tar, la quale dà ragione ai consiglieri di opposizione sull’inopportunità della presenza in Aula del sindaco nell’approvazione della Delibera di Consiglio comunale del 19 settembre 2014 per palese conflitto di interessi, ora si sono prodigati nella richiesta di indennità di occupazione degli occupatori senza titolo per il periodo ricompreso tra il 30 settembre 2010 e il 30 settembre 2015, in totale ed evidente distonia dalla precedente delibera dello scorso anno.

Premesso che: tra coloro i quali sono stati individuati per il recupero dell’indennità non figura il ‘famoso’ esercizio commerciale della congiunta del sindaco (la sentenza del Tar – difatti – dispone l’invendibilità del bene non certamente il divieto di recupero delle indennità pregresse di occupazione senza titolo); la società incaricata per il recupero delle somme è sempre la solita ‘Archivia Solution’, la quale in una comunicazione all’Ente dichiara apertamente di non aver nel contratto in essere alcun incarico in merito; la Giunta, senza alcuna verifica di mercato, le attribuisce nella delibera – seduta stante – l’incarico diretto, appare alquanto strano il metodo di calcolo dell’indennità medesima.

La società incaricata, smentendo se stessa rispetto all’anno scorso, determina il valore dell’indennità di occupazione pari al 3% se residenziale e al 6% se commerciale, del valore di vendita di ogni singola unità immobiliare, mentre nella famosa delibera del 19 settembre 2014, in base ad articolate e complesse indagini di mercato, arrivava alla determinazione che i canoni di locazione non potevano essere inferiori alla metà del prezzo di vendita degli immobili.

Ora delle due l’una: o la società incaricata ha commesso un madornale errore lo scorso anno quando ha determinato il prezzo della locazione annua, il quale – tra l’altro – è parte integrante della delibera consiliare, oppure ha commesso una leggerezza oggi.

Destano molte perplessità le due valutazioni, redatte dalla medesima ditta e totalmente dissimili tra loro, ad appena 10 mesi di distanza l’una dall’altra: infatti ciò significherebbe – in soldoni – che il Comune di Mondragone passerebbe da un incasso teorico dei canoni di locazione annui di 198.585 euro a soli 16.035,90 euro. Per fare un esempio concreto: lo scorso anno il canone di fitto di un esercizio commerciale della superficie di 421,00 metri quadrati fu determinato in 26.130 euro, oggi, invece, vale solo 3.135,50 euro.  Qui si sta giocando sulle casse dell’Ente!

E a nulla può valere la diversa definizione dei canoni arretrati in indennità di occupazione usata dall’impresa incaricata, in quanto la giurisprudenza corrente (sia i Tribunali ordinari che la Suprema Corte di Cassazione) ha affermato che: ‘In caso di occupazione senza titolo di un immobile altrui, il danno subito dal proprietario è ‘in re ipsa’, discendendo dalla perdita della disponibilità del bene e dall’impossibilità di conseguire l’utilità ricavabile dal bene medesimo in relazione alla sua natura normalmente fruttifera. La liquidazione del danno ben può essere, in tal caso, operata dal giudice sulla base di presunzioni semplici, con riferimento al cosiddetto danno figurativo, qual è il valore locativo del bene usurpato’ (Cass. 16 aprile 2013, n. 9137).

E’ del tutto evidente che il solo e diverso lignaggio lessicale usato dalla società (recupero indennità di occupazione in luogo di canoni arretrati) non può giustificare l’enorme disparità di valutazione tra una perizia e l’altra.

L’auspicio, a questo punto, è che la ‘maggioranza ribaltonista’ rinsavisca, ponga immediatamente fine a questo stillicidio di cifre, riveda il pessimo lavoro svolto dalla società incaricata e faccia chiarezza in merito anche, e soprattutto, nei confronti di chi oggi svolge un’attività commerciale o risiede negli immobili oggetto di sdemanializzazione della villa comunale.

Il consigliere comunale Giuseppe Piazza

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