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Capodrise, Liquori: “De Gasperi faro per le nuove generazioni”

Capodrise – Un personaggio può essere ricordato come un’icona che appartiene al passato o come un riferimento che vive nella contemporaneità. Il centro studi “De Gasperi” di Capodrise, da quasi un decennio, ha scelto di percorrere la seconda strada, nella convinzione che l’opera di Alcide De Gasperi rompa le rigidità del tempo, dispieghi ancora energie e indici la rotta da seguire.
«Nel 61esimo anniversario della morte, che cade in un periodo di transizione politica – ha dichiarato Salvatore Liquori, presidente del “De Gasperi”, l’altra sera, in via Matteotti, a margine di un confronto dal titolo “De Gasperi, uomo del nostro tempo” –, sarebbe riduttivo farne una commemorazione senza rimarcare l’attualità dello statista democristiano. È sorprendente come la modernità del suo pensiero sia riferibile tanto al contesto italiano ed europeo quanto a quello locale. Mai come in questi mesi, l’insegnamento politico e morale che De Gasperi ci ha lasciato trova riscontro nell’attualità delle sue idee, fondate su una visione rigorosa della politica, sulla capacità di prendere decisioni veloci nell’interesse dei territori, di perseguire obiettivi ambiziosi, di risolvere i problemi, e sulla profondità della sua fede, che ne ha fatto un grande politico cattolico. La sua pazienza e il suo coraggio nella ricostruzione politica, economica e civile dell’Italia sconfitta dalla Seconda guerra mondiale sono stati il miglior regalo alla storia del cattolicesimo politico italiano. Prima di altri, ammonì: “Non disprezziamo il socialismo, ma preveniamolo nella difesa sociale e nel campo economico”».
«Ma De Gasperi – ha aggiunto Liquori – è e resta un modello per il futuro. Nel ripercorrere il suo cammino emergono le caratteristiche che ogni politico, ogni buon amministratore, deve possedere per affrontare le sfide che ci attendono: dire la verità alla propria gente; avere una visione coerente e competente della realtà; avere il senso della responsabilità e lo spirito di coalizione, al di là della propria convenienza di parte e della propria prospettiva personale; non vivere per sé stesso, non vivere la politica come un mestiere, ma come servizio e prospettiva comune. Un popolo, ha scritto qualcuno, non è un gregge da tosare: è il soggetto più nobile della democrazia e va servito con intelligenza e impegno, perché ha bisogno di riconoscersi in una guida. E il significato della guida in politica non è tramontato dietro la cortina fumogena di leadership mediatiche o dietro le oligarchie segrete dei soliti poteri. Nessuno dovrebbe mai cercare voti sulla pelle degli altri e nessun problema sociale di mancanza di lavoro e di paura per il futuro può far venir meno la pietà, la carità e la perseveranza. La mobilitazione popolare e interclassista, l’elaborazione culturale e politica, attraverso il dibattito delle idee, sono gli elementi che mancano alla classe dirigente di oggi. Questo è il tema: ritornare alla partecipazione politica e all’elaborazione collettiva. Forse, non è più il tempo dei partiti di ieri, ma bisognerà pensare a quelli di domani; in questo senso misurarsi con De Gasperi vuol dire ispirarsi e scegliere la nostra strada. Egli fu un ricostruttore. Non ci sarebbe stato nessun miracolo economico, se non ci fossero stati a fondamento valori per molto tempo sopiti».
«Oggi – ha concluso Liquori –, ricordiamo De Gasperi non come monumento muto, ma come maestro di vita che indicó con umiltà la via alle nuove generazioni. Sì, alle nuove generazioni, cui spetta, però, il compito di riannodare i lembi di una storia che non è finita».
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