Morto Jules Bianchi, la sua ultima corsa è stata in Giappone

di Gabriella Ronza

Il mondo dice “addio” al pilota francese di Formula uno Jules Bianchi. Dopo l’incidente che lo vide protagonista a Suzuka il 5 ottobre scorso, Jules era stato ricoverato d’urgenza prima in Giappone e poi trasportato a Nizza, in Francia. Ha vissuto questi mesi in coma. Nonostante la strenua resistenza, il pilota non ce l’ha fatta e si è spento nella notte. La notizia è stata postata sull’account Twitter ufficiale di Bianchi all’alba di oggi e confermata dal team Manor.

La sua famiglia ha, al riguardo, affermato: “Jules ha combattuto fino all’ultimo, come ha sempre fatto, ma oggi la sua battaglia è giunta al termine. Il nostro dolore è immenso ed indescrivibile”.

La stessa ha poi ringraziato con commozione lo staff medico che si è preso cura del pilota sia in Francia che in Giappone, gli amici, i tifosi e tutti coloro che hanno dimostrato il loro affetto per lui in questi ultimi mesi.

L’incidente fatale era stato causato da uno scontro tra la sua vettura e un trattore che stava portando via dalla pista un altro veicolo.

Da questo, partirono una serie di polemiche nel mondo della F1. Secondo il rapporto stilato dal Panel della Fia, il pilota venticinquenne non avrebbe “rallentato abbastanza per evitare di perdere il controllo” della sua Marussia. In seguito alla pubblicazione del rapporto, a dispetto dello sdegno generale, non furono fatte verifiche approfondite né promesse di maggiore sicurezza.

La dinamica, tuttavia, è shockante e probabilmente meritava delle analisi peculiari: Sul fine gara, il pilota Sutil esce fuori strada e, in quella stessa zona, proprio mentre una ruspa sta sollevando la macchina incidentata, arriva Bianchi che urta contro la gru, infilandosi tragicamente sotto le ruote del mezzo di soccorso. La macchina risulterà poi completamente distrutta.

A compiangerlo sono anche le case automobilistiche per cui aveva lavorato: la Ferrari, dove aveva mosso i suoi primi “passi” da pilota, che twitta “Per sempre nei cuori Ferrari”, e la Marussia, il cui team si è detto devastato per la perdita di Jules e privilegiato per averlo avuto come pilota.

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