Le mani della ‘Ndrangheta sul gioco on line: decine di arresti e sequestri

di Redazione

Reggio Calabria – I militari dei comandi provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, gli agenti della squadra mobile della Polizia di Stato e della Dia di Reggio Calabria, insieme allo Scico e al Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche di Roma delle Fiamme Gialle, hanno effettuato su tutto il territorio nazionale un’imponente operazione, sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, volta all’esecuzione di 28 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 13 misure agli arresti domiciliari, 5 divieti di dimora, 5 obblighi di presentazione, nonché al sequestro di 11 società estere, 45 società operanti nel settore dei giochi e delle scommesse operanti sul territorio nazionale, di oltre 1500 punti commerciali per la raccolta di giocate, di 82 siti nazionali e internazionali di “gambling on line” e di innumerevoli immobili, il tutto per un valore stimato pari a circa 2 miliardi di euro.

Al vertice dell’organizzazione, secondo gli inquirenti, c’era Mario Gennaro, detto “Mariolino”, ritenuto legato al clan Tegano di Reggio Calabria, il quale tirava le fila del gioco d’azzardo e delle scommesse on line in tutta Italia per conto della ‘ndrangheta. Società con sedi all’estero, mille e cinquecento punti distribuiti in tutte le regioni del Paese e, soprattutto, una potenza economica di proporzioni gigantesche.

Gennaro aveva creato il brand Betuniq con sede principale a Malta. Dall’estero nel giro di pochissimi anni aveva iniziato a lanciare dei punti commerciali in Italia. Vere e proprie agenzie giochi e scommesse e Ctd (Centri Trasmissione Dati), distribuiti su tutto il territorio nazionale.

Era diventato il punto di riferimento di tutti i clan della ‘ndrangheta, e non solo. Grazie a lui ed ai suoi uomini, le “famiglie” si erano imbarcate in un’operazione particolarmente remunerativa, formalmente pulita, ed avevano realizzato una vera e propria unitarietà funzionale al business. Tra l’altro, sempre secondo la Dda di Reggio Calabria, Gennaro stava ripulendo la Betuniq e accatastando un imponente patrimonio economico, al fine ultimo di partecipare al bando per le concessioni di Stato che si svolgerà nel 2016. Il “boss delle scommesse on line” voleva prendersi una fetta di mercato ancora più importante e, ancora una volta, dietro una facciata di apparente legalità.

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