Ismaele, suicida lo zio del complice di Igli: “Non ha retto alla vergogna”

di Redazione

Pesaro – Lo zio di Marjo Mema, ritenuto dagli inquirenti il complice di Igli Meta nell’omicidio di Ismaele Lulli, il 17enne ucciso con un profondo taglio alla gola la scorsa domenica, si è tolto la vita, impiccandosi, in Albania “per la vergogna di quanto accaduto a Mario”.

A rivelarlo al Tgcom la mamma di Marjo, Vera Mema. “Mario è un bravo ragazzo – dice all’inviato Enrico Fedocci – e questo cose non si fanno. Mio fratello si è ammazzato da solo, oggi”. A trovare impiccato lo zio del ragazzo è stato il figlio di 12 anni.

Intanto, la donna non crede alla versione di Igli, che in un primo momento aveva scagionato Marjo, cambiando poi la sua versione e accusandolo di concorso nel delitto. “Dopo una settimana ha cambiato idea, Mario è una vittima. Igli aveva preparato tutto da solo. Perché incolpare mio figlio?”, sostiene Vera.

I due albanesi, 20 e 19 anni, avrebbero colpito Ismaele per gelosia, per punire quella simpatia che il 17enne aveva nei confronti della fidanzata di uno dei due. Gli hanno legato mani e piedi con lo scotch, sotto la croce in ferro alta tre metri della chiesa di San Martino al Poggio di Sant’Angelo in Vado, nel Pesarese, dove credevano si incontrasse con la giovane. Poi il colpo mortale al collo, che lo ha quasi decapitato.

Igli e Marjo avevano attratto la vittima, invitandola a fare un bagno nel fiume. Ingenuamente, giunto sul posto, Ismaele non si aspettava una reazione simile dai suoi amici. Lo hanno ucciso senza pietà per poi gettare il corpo giù da un dirupo alto 50 metri. Dopo il delitto, i due sono andati ugualmente a bagnarsi nel fiume per pulirsi dal sangue del 17enne.

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