Bimbo muore nel vano dell’ascensore della metro: tragedia a Roma. Tre denunce

di Stefania Arpaia

Roma – E’ caduto nel vano dell’ascensore della stazione metropolitana Furio Camillo della linea A della Capitale un bimbo di 4 anni che ha perso la vita.

La tragedia è avvenuta nel pomeriggio di giovedì quando il piccolo si sarebbe allontanato dalla madre, Francesca G. Questione di qualche secondo che è stato però fatale. Secondo le prime ricostruzioni, la donna e il bimbo, insieme ad altri 4-5 passeggeri, sarebbero rimasti bloccati al buio, all’interno dell’ascensore. Per liberarli gli addetti li avrebbero trasferiti su una sorta di montacarichi. Il piccolo, spaventato, è sfuggito al controllo della madre, cadendo nel vuoto. 

Secondo un’altra ipotesi, il tecnico Atac, per tentare di liberare il prima possibile le persone intrappolate che urlavano e chiedevano aiuto, avrebbe tentato di aprire con le mani le porte dell’ascensore. Si è però creato, tra la banchina e la cabina, un’intercapedine di oltre un metro in cui il piccolo è precipitato. 

La dinamica è ancora da confermare, fatto sta che la vittima ha fatto un volo di 20 metri precipitando nella tromba del sali-scendi che lo ha risucchiato.

Inutili i tentativi di rianimarlo. Il piccolo Marco Fiori è morto sul colpo. Sotto choc la madre della vittima, Francesca, 40 anni, di Latina, che ha dichiarato: “Mi è scivolato via. Me lo sono visto scivolare dalle mani. Perché proprio a me?”, ha dichiarato la donna in preda ad uno stato di disperazione.

“Sono l’ultima ad essere uscita dalla stazione prima che fosse chiusa. Ho sentito urla e pianti, una situazione agghiacciante, e ho visto un uomo con la divisa da controllore che era steso a terra svenuto nel gabbiotto vicino all’ascensore. Ho chiesto ad un poliziotto e mi ha risposto che c’era stato un incidente proprio con l’ascensore. Poi dall’altoparlante qualcuno, con una tono di voce da persona in preda al panico, ha annunciato che dovevamo lasciare la metro. Ho letto solo dopo che era rimasto ucciso un bambino”, ha raccontato una testimone.

Il sindaco Ignazio Marino ha indetto il lutto cittadino. “Sono stato a lungo con i genitori del piccolo Marco a cui ho portato l’abbraccio di Roma. Sulla dinamica dei fatti lascio i commenti alle autorità competenti, per rispetto alla famiglia. Siamo davanti a una tragedia che riguarda tutta Roma. In questo momento non ho commenti da fare sulla dinamica dell’incidente, sulla quale si sta indagando. È una tragedia terribile, un lutto non solo per i genitori del piccolo ma per tutta la città”, ha scritto il primo cittadino su Facebook.

Giunto sul posto anche il papà di Marco, Giovanni. La famiglia abita a pochi passi dalla stazione metropolitana dove si è consumata la tragedia. Sul luogo dell’incidente anche l’assessore alla Mobilità, Guido Improta, che ha commentato: “La dinamica è strana. Sicuramente c’è stato un errore dell’agente della stazione che ha posto in essere una procedura che non doveva, forse perché c’erano condizioni di difficoltà e alla fine c’è stata la tragedia. L’ascensore bloccato è stato affiancato da un altro ascensore e si è cercato di fare un trasbordo delle persone attraverso una botola. Una procedura non codificata”.

Intanto, il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani ha aperto un’indagine per omicidio colposo in cui sono coinvolti  un dipendente Atac e due vigilantes. “Volevamo salvarli, è stata una tragica fatalità”, hanno riferito ai carabinieri della compagnia piazza Dante i tre denunciati, ricostruendo quanto avvenuto nella metro.

Sequestrate le immagini delle telecamere di sorveglianza, che aiuteranno a capire quanto accaduto, e l’intera struttura. Fiori, biglietti, e peluche davanti all’ingresso della stazione romana dove i cittadini, addolorati, hanno voluto dimostrare la propria solidarietà.

 

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