Afghanistan, “Il Mullah Omar è stato ucciso”

di Redazione

Il famigerato mullah Omar, braccio destro di Bin Laden e leader supremo dei talebani “è stato ucciso”. A comunicarlo un funzionario del governo afgano all’emittente “1TvNews”, secondo cui la notizia è stata confermata anche durante una riunione dei vertici della sicurezza dell’Afghanistan.

Già negli ultimi mesi le voci sulla morte dell’emiro, guida spirituale dell’organizzazione terroristica, si erano moltiplicate anche se il sito web dell’Emirato islamico continuava a pubblicare i suoi messaggi, l’ultimo circa dieci giorni fa, col quale si appoggiava l’ipotesi di un dialogo fra gli insorti e rappresentanti del governo del presidente Ashraf Ghani. Una manovra che ha fatto seguito a duri attacchi da parte dell’Isis nei confronti proprio del capo talebano. Secondo gli islamisti dell’Isis i mujaheddin, a causa dell’assenza sulla scena del mullah, dovrebbero sentirsi liberi di agire, senza rispettare i vincoli con la vecchia gerarchia.

Il mullah Omar, 56 anni, è stato capo dell’Emirato Islamico dell’Afghanistan dal 1996 al 2001, essendo il presidente “di fatto” del Paese. Poi, dall’inizio dell’operazione militare degli Stati Uniti, a seguito degli attentati dell’11 settembre a New York e Washington, ha vissuto in clandestinità. All’inizio dello scorso aprile i talebani avevano diffuso una dettagliata biografia del leader in occasione del 19esimo anniversario della sua nomina a comandante supremo, sempre nell’intento di lasciar comprendere che fosse vivo.

Ora la notizia della sua possibile morte giunge nel momento in cui viene annunciata per venerdì, a Islamabad, la seconda parte di colloqui fra una delegazione talebana ed esponenti del governo che dovrebbe portare all’apertura di un dialogo di pace e riconciliazione.

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