Giugliano, la cava Resit ancora in fiamme: l’ombra dell’ecomafia

di Redazione

Giugliano – Un vasto incendio è divampato nelle prime ore di oggi all’interno di cava Z, che fa parte della Resit, la discarica alla periferia di Giugliano tristemente noto perché al suo interno sono stati smaltiti dalla camorra rifiuti tossici ed industriali. L’invaso è da tempo sotto sequestro giudiziario.

A prendere fuoco sono state delle sterpaglie anche se – da quanto emerge – l’incendio non sarebbe stato di natura accidentale. Sul posto sono giunti i vigili del fuoco, i carabinieri e gli agenti della polizia di stato, con il primo dirigente Pasquale Trocino, che stanno conducendo una complessa indagine sui numerosi incendi che si sono verificati nelle ultime settimane nel Giuglanese.

A denunciare l’incendio è il sindaco Antonio Poziello che sul su profilo Facebook scrive: “Eco mafie ancora al lavoro a Giugliano. La Resit nuovamente in fiamme”.

Dura l’accusa di Legambiente: “Troppe coincidenze: le fiamme di ecomafia bruciano nella Terra dei fuochi. La bonifica richiama soldi, richiama affari”. “Le fiamme dell’ecomafia bruciano nella Terra dei Fuochi e in gioco potrebbero esserci i grandi affari delle bonifiche- denuncia  Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania – Non ci sono dubbi che gli ecocriminali siano interessati all’affare bonifiche e che i colletti bianchi guardino alle risorse destinate al risanamento della Campania. Il rischio sempre maggiore è che chi ha distrutto il territorio sia chiamato a risanarlo. Con tutti gli annessi e connessi. Aumentare i controlli e le attività di vigilanza, è in gioco la salute dei cittadini, il futuro di un territorio e la credibilità dello Stato. Nn si può fare nessun passo indietro sarebbe una sconfitta di tutti”.

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