Whirlpool, gli operai in marcia a Varese: “Non c’è dignità senza lavoro”

di Antonio Taglialatela

Varese – Otto autobus, con a bordo 400 dipendenti, sono partiti dallo stabilimento Whirlpool –Indesit di Carinaro alla volta di Varese per lo sciopero generale del gruppo dopo l’ennesima fumata nera del 9 giugno nell’ambito del negoziato al Mise tra governo, azienda e sindacati sulla chiusura del sito casertano annunciata dalla multinazionale americana.

In tutto 2000 i lavoratori partecipanti: oltre a quelli di Carinaro, circa 200 da Fabriano, altri 200 tra Comerio e Cassinetta, 80 da Milano, insieme ad un altro centinaio dell’area ricerca e sviluppo.

Giunti in terra lombarda, gli operai sono partiti in corteo, alle 9.30, da Gavirate, raggiungendo Comerio, sede della Whirlpool, dopo due chilometri e mezzo di marcia. Lì i comizi dei segretari generali dei sindacati metalmeccanici: Maurizio Landini (Cgil), Marco Bentivogli (Cisl) e Rocco Palombella (Uil). “Non c’è dignità senza lavoro”, recita uno striscione alla testa del corteo, riprendendo una frase e l’immagine di Papa Francesco.

850, più altre centinaia di indotto, gli esuberi che provocherebbe la chiusura di Carinaro. “Le ragioni della chiusura non sono industriali ma finanziarie: in queste zone le fabbriche sono un presidio di legalità, togliere il lavoro in un contesto come quello di Caserta significa spingerci nelle mani della camorra” ha commentato Antonello Accurso, segretario provinciale della Uilm.

“Questo è solo l’inizio per far cambiare il piano industriale a Whirlpool. Bisogna pensare all’ottica di produzioni all’estero che possono essere portate in Italia. Ed è necessario trovare alternative al mantenimento di Carinaro”, ha detto Palombella della Uil.

“I lavoratori della Whirlpool sono sempre stati uniti. Questa è la prova della loro volontà di trovare una soluzione senza chiudere nessuna fabbrica”, ha affermato Landini, sottolineando: “Siamo contenti degli investimenti di oltre 500 milioni del gruppo in Italia ma nessun lavoratore deve pagare il doppio”. Poi il leader della Fiom ha detto come in questa vertenza è necessario “trovare un equilibrio tra le attività industriali e creare una discussione vera”.

E non ha nascosto che alcuni piccoli passi sono stati fatti trovando “una soluzione per None (Torino) che con un cambio di proprietà consente di mantenere i posti di lavoro”. Secondo Landini, “a Napoli il piano prevede un nuovo prodotto ma rimane la chiusura di Carinaro che per noi è inaccettabile”.

Duro Marco Bentivogli della Cisl che, rivolgendosi ai precedenti proprietari della Indesit,  ha detto: “Caro Andrea Merloni, spero che le tartine e lo champagne che hai mangiato e bevuto a Cannes, proprio mentre venivano annunciati esuberi e chiusure, ti vadano di traverso!”.

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