San Camillo, lasciano pinze nello stomaco della paziente: rinviati a giudizio 5 medici

di Stefania Arpaia

Roma – Aveva subito un intervento chirurgico allo stomaco, una donna di 65 anni che lamentò forti dolori post-operatori dovuti alla presenza nel suo corpo di una pinza lunga 22 centimetri lasciata dai chirurghi che l’avevano operata.

E’ scandalo all’ospedale San Camillo di Roma dove 5 medici sono stati rinviati a giudizio dopo che, senza rendersene conto, hanno lasciato lo strumento chirurgico nello stomaco della paziente. La vicenda risale al 2011 quando la donna era stata operata di “emicolectomia”, in cui le hanno asportato una parte del colon. 

I forti dolori hanno allertato la 65enne che si è recata al pronto soccorso e solo una radiografia ha svelato l’errore medico. La donna fu nuovamente sottoposta ad operazione chirurgica per la rimozione della pinza che andò a buon fine senza ulteriori conseguenze. 

La paziente, dopo essere ritornata in buona salute, ha denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine. “E’ un errore grosso – ha dichiarato Teresa Maria Silvetti – Non si può operare in questo modo. Uccidi una persona e non te ne accorgi”.

I medici sono stati accusati di lesioni colpose. “Lesioni personali guaribili in un tempo non superiore a 40 giorni, le lesioni in questione, consistite nell’occlusione intestinale secondaria all’abbandono nella cavità addominale di un paio di pinze chirurgiche che imponeva l’esecuzione di un nuovo intervento di chirurgia finalizzato alla rimozione del corpo estraneo”, ha dichiarato il pm Pisani che ha formulato l’accusa. Coinvolto anche il primario dell’ospedale romano. 

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