Whirlpool scopre le carte: Carinaro non chiude, ecco il piano aziendale

di Redazione

Carinaro – Lo stabilimento Whirlpool – Indesit di Carinaro non verrà chiuso, ma proseguirà l’attività con 320 addetti, a fronte degli 815 attuali, su 18 turni e 8 milioni di investimenti.

E’ quanto prevede il nuovo piano industriale della multinazionale americana, secondo quanto comunica in una nota il segretario gerenerale di Fim-Cisl, Marco Bentivogli, presente al tavolo in corso al Ministero dello Sviluppo Economico dove e’ in corso il confronto tra i vertici dell’azienda e i sindacati di categoria.

Il nuovo piano industriale prevede “possibilità di crescita” per l’impianto di Carinaro, dove rientrera’ la produzione di circa 650 mila pezzi dagli stabilimenti dell’Europa centrale, pezzi destinati ai mercati di Europa, Africa e Medioriente.

Gli esuberi totali relativi al sito di Carinaro ammonterebbero, quindi, a circa 420 posti su un totale di 815 addetti, dal momento che 70 dipendenti possiedono gia’ i requisiti per andare in pensione. L’azienda, a quanto si apprende da fonti sindacali, punta a gestire tutti gli esuberi attraverso prepensionamenti ed esodi incentivati.

A Carinaro sarà portata la produzione di componentistica per l’area Emea che darà lavoro inizialmente a 320 operai con possibilità di crescita. Degli 815 addetti attualmente impiegati dallo stabilimento, spiegano le fonti che partecipano all’incontro, a regime da luglio 2016 resterebbero 200 come addetti diretti e 150 tramite la mobilità. Delle 500 persone in esubero, 200 verrebbero prepensionate, aggiungono le fonti, mentre delle 300 restanti la metà potrebbe uscire con mobilità incentivata e l’altra metà verrebbe trasferita: 100 presso lo stabilimento di Napoli, dove la nuova piattaforma produttiva dovrebbe portare a un aumento dei volumi, e 50 in altri siti.

Oltre al piano su Carinaro, Whirlpool ha anche confermato l’investimento di 513 milioni di euro che si aggiungono ai 30 milioni già avviati, il rientro di 650mila pezzi da Turchia, Cina e Polonia, e la conferma dell’Italia come centro di eccellenza dell’area Emea dove saranno concentrati il 75% degli investimenti di ricerca e sviluppo pari a 90 milioni di euro l’anno. “Il nuovo piano non genera esuberi strutturali e prevede missioni industriali per tutti i siti, aumentando la saturazione media dei siti dal 55% al 70% e 6,25 milioni di pezzi annui”, spiega ancora Bentivogli.

Per quando riguarda Teverola si investiranno 2 milioni di euro per attività già avviate di scouting di nuove attività di reindustrializazione. “Abbiamo chiesto di incrementare gli incentivi proposti nel precedente incontro e di maggiori garanzie sulla cessione di None e il trasferimento di Albacina a Melano”, commenta ancora il sindacalista.

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