Truffa a società finanziarie, assolto il commercialista Antonio Di Ronza

di Antonio Taglialatela

Aversa – Era stato accusato di far parte di un’associazione a delinquere finalizzata ad una truffa operata ai danni di tre finanziarie del Nord Italia mediante 213 finanziamenti in buona parte di finti dipendenti di società locali che, ricevuti i finanziamenti, non rispettavano il rimborso. Ma il gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha assolto Antonio Di Ronza, 51 anni, di Aversa, originario di Gricignano, noto commercialista dell’agro, per non aver commesso il fatto.

La vicenda risale al periodo in cui Di Ronza era legale rappresentante di una società per azioni, dal 10 ottobre 2005 al 21 gennaio 2006, quando le tre finanziarie – aventi esperienza consolidata nel settore dei piccoli prestiti garantiti dalla cessione del quinto dello stipendio ai lavoratori subordinati – sarebbero state indotte, con artifizi e raggiri, a stipulare centinaia di contratti di finanziamento con lavoratori di altre società, tra cui quella allora rappresentata da Di Ronza. I lavoratori, infatti, in alcuni casi sarebbero risultati inesistenti, mentre in altri, benché esistenti e inadempienti alla restituzione delle somme erogategli a titolo di mutuo, avrebbero costituito lo strumento attraverso il quale i relativi datori di lavoro reperivano illecitamente forme di finanziamento “alternative” e meno onerose a quelle canoniche.

Ma dagli accertamenti è emerso che il 29 ottobre 2005 il cda della società presieduta da Di Ronza aveva conferito i poteri di gestione all’amministratore delegato, dunque ad un’altra persona, e che le pratiche di finanziamento illecito contestate erano state sottoscritte dal 28 giugno 2006 al dicembre 2007, quindi mesi dopo le dimissioni di Di Ronza dalla carica di presidente, rassegnate il 17 gennaio 2006 e diventate esecutive il 21 gennaio successivo.

Convinto della sua estraneità ai fatti, Di Ronza, difeso dall’avvocato Benedetto Di Ronza, è stato l’unico, fra i 34 imputati, a rifiutare l’avvenuta prescrizione e chiedere il rito abbreviato, conclusosi con la richiesta di assoluzione da parte del pm, accolta dal giudice per le indagini preliminari Tommaso Perrella.

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