Travolta a Roma, arrestata 17enne. Il padre del ricercato: “Guidavo io”

di Redazione

Roma – Arrestata con l’accusa di concorso in omicidio volontario la rom di 17 anni a bordo dell’auto che mercoledì sera a Roma non si è fermata all’alt della polizia e ha travolto alcuni passanti, uccidendo una donna filippina di 44 anni e ferendo otto persone: tre donne italiane, di 19, 29 e 33 anni; due ragazze francesi di 24 anni, e un moldavo di 22 anni. Stavano aspettando l’autobus a una fermata alla periferia di Roma quando una Lancia Lybra, con a bordo tre rom, a folle velocità li ha falciati senza rallentare.

L’auto pirata ha proseguito la corsa e investito altre due donne in motorino e un’altra a piedi. I tre a bordo hanno poi abbandonato l’auto e due di loro sono fuggiti a piedi. La 17enne è stata bloccata, mentre gli altri due sono fuggiti a piedi dopo aver abbandonato l’auto. Ora sono ricercati. Uno è il marito della 17enne, vivono nel campo della Monachina, nel quartiere ovest della Capitale, e hanno un bimbo di 10 mesi.

Secondo quanto raccontano i familiari della coppia di giovanissimi, i due erano in auto per accompagnare una persona in ospedale per problemi cardiaci. “Vogliamo chiedere scusa alla famiglia della vittima dell’incidente e a tutti i feriti. Se potessimo incontrare quelle persone, chiederemmo loro perdono”. Sono le parole degli familiari del minorenne ricercato. “Stiamo provando a chiamarlo al telefono ma non risponde, non sappiamo dov’è. Se torna qui lo porteremo dal magistrato che deciderà cosa fare”, dice Claudia, la sorella di uno dei due minori rom ricercati. “Ha 17 anni, forse ha paura della polizia”, ha aggiunto la madre, visibilmente scossa, parlando nella sua baracca nell’insediamento della Monachina.

Ai microfoni del Tgcom il padre di uno del rom ricercato, marito della 17enne, si autoaccusa: “Guidavo io, avevo bevuto, non l’ho fatto apposta, stavo fuori”. In macchina con me c’erano mio figlio e mia nuora. Ho visto la volante, non ho la patente e ho cominciato a correre, poi siamo andati a sbattere, mi sono ritrovato solo e ferito”. L’uomo ha raccontato di essere stato portato in questura nella notte e interrogato: “Mi hanno detto che è morta una persona, non lo sapevo. Non l’ho fatto apposta”. La sua versione, al vaglio degli investigatori, potrebbe essere una difesa a favore del figlio, contraddittoria come le altre finora raccolte dalla polizia.

Intanto, è stata rafforzata la vigilanza delle forze dell’ordine nei campi nomadi della Capitale dopo le numerose minacce e sfoghi di stampo razzista registrati dopo l’incidente.

“Roma eviti di cadere nella trappola del razzismo”, è l’appello del sindaco Ignazio Marino. “Roma non vuole essere trascinata in basse strumentalizzazioni elettorali. Occorre vicinanza alle vittime, severità per i colpevoli rifuggendo da odi e paure che qualcuno tenta di suscitare. La città può vincere questa sfida”, aggiunge il primo cittadino.

Matteo Salvini però torna all’attacco: “Pare che l’auto sia intestata a un rom, che ne ha altre 24 – ha scritto su Facebook il leader della Lega – Una preghiera. Per il resto…ruspa!!!!! Quando torneremo al governo, raderemo al suolo uno per uno tutti ‘sti maledetti campi Rom, partendo da quelli abusivi”.

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