Pensioni, ok dall’Ue. Renzi: “Eliminare legge Fornero e favorire flessibilità”

di Stefania Arpaia

Roma – Nota positiva dalla Commissione europea che ha accolto con “favore” l’impegno del governo italiano “di mantenere i target di bilancio inseriti nella legge di stabilità 2015”.

“Sulla base dell’annuncio del governo la valutazione della legge di stabilità effettuata dalla Commissione, basata sulle nostre stime economiche di primavera, resta invariata. Una valutazione finale dell’impatto sul bilancio del decreto legge, in vista degli impegni italiani sul Patto di stabilità, sarà fatta quando avremo il testo ufficiale”, si legge nella comunicazione scritta fornita dall’Ue.

“Noi siamo intervenuti a valle della sentenza superando gli elementi di criticità della legge Fornero – ha riferito il ministro del lavoro Giuliano Poletti – La Corte dice che la norma non era adeguatamente motivata e aveva degli elementi di criticità. Il numero dei pensionati che saranno coinvolti in questa vicenda sono la stragrande maggioranza, poi c’era e c’è il tema dell’equilibrio dei conti pubblici previsto anche dalla stessa Costituzione”.

“Abbiamo bisogno di corrispondere alle norme che la Corte ha chiamato in causa nella sua sentenza – ha aggiunto il ministro – e contemporaneamente non possiamo far saltare i conti pubblici. E’ chiaro che chi volesse ricorrere dovrebbe partire da un punto di vista diverso che è il nuovo decreto. La Corte ha deciso così e adesso le cose sono cambiate perché c’è il nuovo decreto. Noi siamo convinti di avere ottemperato correttamente a quanto la corte ci chiedeva”.

Intanto, il governo ha annunciato che con la prossima legge di Stabilità cambierà di nuovo l’età per andare in pensione. Non più la rigidità della legge Fornero che stabilisce l’età pensionabile a 66 anni e 3 mesi, ma forme di flessibilità con penalizzazioni crescenti dell’assegno quanto più ci si allontana dall’età standard per la vecchiaia.

Considerata anche la  proposta di applicare il metodo contributivo a chi decida di anticipare la pensione. Si tratterebbe di una sorta di estensione dell'”opzione donna” che già oggi permette alle lavoratrici con 57 anni di età e 35 di versamenti di lasciare il lavoro con il trattamento pensionistico calcolato interamente sulla base dei contributi versati.

Rimane tra le opzioni possibili anche quella avanzata dall’ex ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, di introdurre il prestito pensionistico a favore dei lavoratori vicini alle pensione, ma senza aver maturato ancora i requisiti, che perdano l’occupazione. In questo caso i lavoratori riceverebbero in anticipo una quota dell’assegno pari a circa 700 euro mensili che restituirebbero poi con mini-rate una volta andati in pensione. Nell’operazione potrebbero essere coinvolte anche le aziende per sostenere una parte del costo.

Renzi: “E’ necessaria una maggiore flessibilità per ridefinire l’amibito delle pensioni”. Contrari invece i sindacati che affermano: “E’ troppo poco”.

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