Mia Martini: a 20 anni dalla sua morte

di Emma Zampella

Sono già passati 20 anni da quando Mia Martina ha salutato questo mondo, in preda alla disperazione e alla sofferenza. Una donna, prima che un’artista, che a 47 anni ha deciso di dire addio al mondo provocandosi un arresto cardiaco generato da un’overdose di stupefacenti.  Una vita tormentata quella della cantante calabrese, che seppe trasformare la rabbia in interpretazioni potenti come “Minuetto”, “E non finisce mica il cielo” e “Almeno tu nell’universo”.

La carriera discografica di Mia Martini inizia nel 1962 quando, quindicenne e con il nome di Mimi’ Bertè, incide il singolo ”I miei baci non li puoi scordare”. Perché arrivi il successo Mimi’ deve aspettare 10 anni. L’estate del 1972 lancia due giovani stelle: una e’ Marcella Bella con ”Montagne verdi”, l’altra e lei con ”Piccolo uomo”, frutto di una collaborazione con Bruno Lauzi, che si aggiudica il Festivalbar.

L’anno prima Mimi’ Bertè aveva cambiato nome in Mia Martini e con un brano d’avanguardia, il trasgressivo ”Padre davvero”, tratto dall’album ”Oltre la collina” (tra gli autori c’e’ Claudio Baglioni) e censurato dalla Rai, aveva vinto a sorpresa il primo festival d’Avanguardia di Viareggio.  La consacrazione giunge nel 1973 con ”Donna sola”, ”Minuetto”, scritta per lei da Califano e ”Inno”. Nel 1974 la critica europea la premia come cantante dell’anno e le hit parade ospitano il suo ‘Donna con te’.

Inizia una triennale collaborazione con Charles Aznavour sugellata, nel 1977 da un memorabile concerto all’Opera di Parigi. Poi gli anni difficili, in cui la Martini e’ emarginata dall’ambiente con la fama di menagramo. Un primo rientro la Martini lo tenta al Sanremo 1982 con ”E non finisce mica il cielo” di Ivano Fossati. Il secondo, e definitivo, si deve alla grinta di Adriano Aragozzini, che la convince a partecipare alSanremo 1989 (il primo della sua gestione) con ”Almeno tu nell’universo”, premiato dalla critica e secondo assoluto dietro a ”Ti lascero”’ del duo Oxa- Leali. Va meno bene l’anno dopo, quando la Martini torna a Sanremo da favorita con ”La nevicata del ’56” ma non ottiene il successo sperato. A Sanremo è anche nel 1991 con l’appassionata ‘Uomini’ e nel 1993 in coppia con la sorella Loredana Berte’.

Dannoso A fine 1993, dà vita con Roberto Murolo a una appassionata interpretazione in dialetto napoletano a ”Cu me” di Enzo Gragnaniello. E’ l’ultimo grande successo commerciale di una cantante che non ha mai derogato dalla ricerca della musica di qualita’ anche a scapito della notorieta’ e della rinuncia alla vetta delle hit parade. C’è sempre stato un qualcosa di drammatico attorno alla vicenda umana di Mia Martini.

E la sua scomparsa prematura, purtroppo, è un evento che sembrava scritto nel destino di un’ artista che con la fortuna è sempre stata in largo credito. Mia Martini e’ stata una delle voci migliori della canzone italiana, un’ interprete che solo in qualche occasione ha avuto la possibilità di esprimere al meglio il suo talento e che solo di rado ha avuto il successo che meritava.mPer anni Mia Martini ha vissuto ai margini del mondo musicale perché le era stata assegnata una fama di iettatrice: la superstizione è’ stata più forte del suo talento e così per un lungo periodo nessuno le ha offerto l’ occasione di tornare ad occupare quel posto da protagonista che meritava. Una vicenda assurda che ha inciso profondamente su una personalità fragile e facile alla depressione.

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