Google sotto inchiesta: viola norma antitrust, potrebbe pagare maxi multa di 6 milioni

di Stefania Arpaia

Bruxelles – Google avrebbe violato le norme antitrust ed è ora sotto inchiesta, accusata di “abuso di posizione dominante nel mercato della ricerca su internet”. La commissione antitrust Ue ha aperto due procedure formali su Google, inviando all’azienda uno “Statement of objection”, in cui espone le proprie indagini.

Starebbero verificando il comportamento del brand, limitandosi ai servizi shopping, ma non si esclude che le indagini possano allargarsi anche ai servizi maps, hotel e flight.

La notizia è stata confermata dal commissario alla concorrenza Margrethe Vestager, che avrebbe spiegato che l’antitrust Ue “proseguirà a monitorare la condotta di Google sui servizi forniti all’utenza”.

Se le verifiche daranno ragione all’antitrust, Google rischia di dover pagare una somma pari a 6 milioni di euro per le violazioni  compiute.

Nello specifico, la Commissione accusa l’azienda di aver “sistematicamente favorito” i suoi prodotti nelle pagine di ricerca generali. Soprattutto il servizio Google shopping, sarebbe messo in una posizione evidente rispetto agli altri concorrenti che propongono prodotti da acquistare.

“Questo viola le norme antitrust Ue perché soffoca la concorrenza e danneggia i consumatori”, fanno sapere da Bruxelles.

Aperta contemporaneamente un’inchiesta anche su Android.

Sul caso Vestager ha dichiarato: “L’indagine cercherà di verificare se l’azienda ha stretto accordi anticoncorrenziali o abusato della sua posizione dominante nel campo dei sistemi operativi, applicazioni e servizi per smartphone. Gli smartphone, tablet e simili giocano un ruolo crescente nella vita delle persone e voglio essere sicura che il mercato in questa area possa fiorire senza limitazioni anticoncorrenziali imposte da qualche azienda”.

“Tutte le strade sono aperte – ha aggiunto – compresa quella che porta alla multa. Per rimediare, Google dovrebbe trattare i suoi servizi di confronto ‘shopping’ allo stesso modo di quelli dei suoi rivali, non vogliamo interferire con il design o altre scelte, ma vogliamo che i consumatori siano certi di vedere i migliori risultati sullo shopping e non solo quelli di Google se non sono i più rilevanti”.

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