False Hogan ordinate via Whatsapp: scoperta centrale del falso a Frosinone

di Redazione

Frosinone – Oltre 11mila capi di abbigliamento contraffatti, disponibilità di mezzi e immobili, ordinativi sul web e pagamenti con moneta elettronica, fornitori campani e turchi, clienti ciociari, della provincia di Roma, del litorale romano ed americani, sono solo alcuni degli elementi che caratterizzano un’associazione per delinquere operante in provincia di Frosinone ed individuata alla Guardia di Finanza.

Le indagini sono state avviate dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Fiuggi nell’ottobre del 2013, a seguito dell’accertamento della mancata emissione dello scontrino fiscale per l’acquisto di calzature che recavano il marchio “Hogan” contraffatto.

Nella circostanza le Fiamme Gialle hanno scoperto che le calzature erano state acquistate in un capannone a Frosinone, organizzato come un vero e proprio punto vendita, presso il quale, a seguito di perquisizione, venivano individuati oltre 3.000 capi di abbigliamento contraffatti.

Le successive indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Frosinone, dimostravano che l’organizzazione criminale aveva grande capacità di riorganizzare la propria attività di vendita nonostante gli interventi repressivi della Guardia di Finanza, tanto che si rendevano necessarie ulteriori perquisizioni: a Frosinone, nel dicembre 2013, rivenendo circa 2.400 capi contraffatti e ad Arnara, nel gennaio 2015, rinvenendo oltre 6.200 capi contraffatti.

Rilevata un’oggettiva organizzazione delle attività illecite in pianta stabile da parte dei responsabili e quindi un vincolo associativo, la competenza delle indagini passava alla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Roma. L’attività investigativa ha permesso di rilevare l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti di produzione e vendita di prodotti industriali con marchi contraffatti; di individuarne i responsabili in quattro persone di origine campana e un ciociaro, tutti residenti a Frosinone, di età compresa tra 23 e 51 anni e di sequestrare beni mobili ed immobili utilizzati per l’attività illecita per ammontare di circa 2 milioni di euro.

L’organizzazione aveva una rete di vendita molto strutturata e faceva ricorso ad ordinativi per via telematica attraverso l’applicativo Whatsapp, i clienti erano consumatori finali ma anche punti vendita ubicati lungo il litorale della Provincia di Roma e addirittura negozi degli Stati Uniti d’America, raggiunti grazie ad un intermediario di origine campana.

I pagamenti avvenivano per contanti o con l’utilizzo di carte prepagate e le forniture provenivano quasi interamente dalla Campania, ma l’organizzazione stava perfezionando un accordo con un centro di produzione ubicato in Turchia, al fine di contrarre ulteriormente i costi.

Al termine delle indagini il gip del Tribunale di Roma, accogliendo la prospettazione accusatoria fornita dalla Dda capitolina, ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di 3 indagati e l’obbligo di firma per un quarto, nonché il sequestro di due immobili, due autovetture e numerosi rapporti bancari riferibili agli indagati, provvedimenti tutti eseguiti in data odierna dalla Guardia di Finanza di Fiuggi.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, sempre su ordine della Dda di Roma, la Guardia di Finanza ha eseguito numerose perquisizioni nelle province di Roma, Frosinone e Napoli.

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