Camorra, progettavano omicidio: 4 arresti a Napoli

di Redazione

Napoli – I carabinieri del reparto operativo nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli hanno eseguito un provvedimento di fermo nei confronti di quattro persone, accusate di porto e detenzione di armi (reato aggravato dalle finalità mafiose) e ricettazione che stavano progettando un omicidio.

Il decreto di fermo è stato emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli (sostituto procuratore John Henry Woodcock). I quattro sono ritenuti affiliati a un gruppo criminale del quartiere Sanità, ultimamente entrato in contatto con un gruppo del quartiere Forcella. Quando è scattato il blitz nelle rispettive abitazioni, due dei quattro sono stati trovati armati. I carabinieri hanno sequestrato due pistole.

Secondo quanto si è appreso, le indagini sono state avviate dai carabinieri dopo l’omicidio di Gianmarco Lambiase, di Forcella, assassinato lo scorso primo marzo a Ponticelli. Le indagini stanno consentendo di documentare violenti contrasti in atto tra un gruppo criminale del quartiere Sanità, con il quale amici di Forcella di Lambiase hanno stretto alleanza, e il sodalizio criminale dei Giuliano-Sibillo, attivo nel quartiere Forcella, del quale un esponente di vertice sembrerebbe essere stato individuato come prossimo bersaglio da colpire. Nell’ultimo mese numerose sono state le armi, tra cui un kalashnikov, sottratte dai carabinieri alle due fazioni in lotta.

Le quattro persone fermate si contraddistinguono per un particolare look: la barba lunga e folta. Toccherà agli investigatori accertare se sia un segno distintivo del gruppo malavitoso o una nuova moda in voga nel quartiere Sanità. I fermati si chiamano Salvatore Basile, Raffaele Cepparulo, Agostino Riccio e Francesco Spina, tutti tra i 23 e i 42 anni. Spina sarebbe imparentato con Ciro Esposito, l’uomo ucciso con sette colpi d’arma da fuoco il 7 gennaio scorso in un agguato scattato in via Sanità, mentre stava rincasando.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico