L’Università di Bra alla scoperta dell’Alberata Aversana e del Vino Aspirino

di Redazione

Cesa – I cinque continenti uniti nel nome e nel gusto del Vino Asprinio. E’ questo quanto accaduto alla Pro Loco di Cesa che, martedì scorso, ha ospitato un gruppo di studenti dell’Universita delle Scienze Gastronomiche di Bra collaborando ad un progetto della condotta aversana-atellana di Slow Food presieduta da Nicola Migliaccio.

La delegazione, accompagnata dal professor Francesco Weber, era composta da studentesse provenienti da nazioni come Australia, Stati Uniti, Argentina, Gran Bretagna, Giappone e con molto interesse hanno partecipato all’incontro.

Dopo l’accoglienza da parte di una folta delegazione del gruppo della Pro Loco di Cesa ed i saluti di rito, il presidente Michele Autiero ha spiegato il ventennale lavoro che l’associazione svolge per la tutela dell’Alberata Aversana e la salvaguardia della produzione del Vino Asprinio.

Prima di ammirare dal la Vite maritata al pioppo, il professore Alfredo Oliva ha illustrato loro un lavoro svolto in merito al paesaggio di Terra di Lavoro ed in particolare modo all’identità naturalistica della zona caratterizzato appunto dalle alberate e dalla produzione di vino Asprinio.

Non è mancato un momento di piacevole gusto con l’assaggio della “Dolce Bufala”, creazione dello chef aversano Nino Cannavale a base di mozzarella di bufala aversana. Il gruppo di studenti si è poi calato personalmente in questa dimensione naturalistica visitando una delle campagne dell’agro aversano per osservare la suddetta Vite maritata al Pioppo, il classico e straordinario vitigno allevato ad “Alberata aversana” da dove si ricavano il famoso “Asprinio di Aversa”, qualcosa di unico e spettacolare che è possibile ammirare solo nell’agro aversano.

Sapientemente istruiti sulla tematica grazie alla spiegazione del funzionario della Regione Campania Umberto Guarino, gli studenti si sono entusiasmati di fronte a questa scultura naturale tenuta in vita dal sacrificio, dalla dedizione e dalla sapienza dei contadini laboriosi. Ultima tappa è stata alle cantine Magliulo per osservare l’ultimo step della produzione del vino asprinio.

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