Intimidazioni al sindaco, opposizione: “Negata seduta consiliare”

di Redazione

Teverola – A seguito dell’ordinanza emessa dalla Procura della Repubblica di Napoli, con la quale si disponeva l’applicazione della misura cautelare in carcere per diverse persone accusate di reati camorristici e, fra questi, anche di atti intimidatori consumatisi nei confronti del sindaco di Teverola, così come riferito da alcuni collaboratori di giustizia, il gruppo di opposizione ha richiesto la convocazione di un consiglio straordinario ad hoc per affrontare l’argomento.

“Questo – spiega il consigliere Nicola Picone – anche in virtù di un aspetto evidenziato dalla Procura che sottolineava come, nella delibera di consiglio comunale del 18 aprile 2010, non ci fosse alcun riferimento, da parte dei consiglieri, ai fatti intimidatori accaduti. All’ora in cui si era svolta quella seduta, il sindaco non aveva ancora denunciato l’intimidazione e pertanto il Consiglio ignorava totalmente quanto verificatosi”.

“Ciò che chiediamo – continua Picone – è solo di poter discutere di fatti estremamente gravi nel luogo sovrano che è il consiglio comunale, con il duplice obiettivo di affrontare in modo responsabile la tematica inerente al ruolo della camorra nel nostro territorio e di respingere, al contempo, con la più profonda determinazione, ogni accusa di omertà”.

Nonostante siano trascorsi più di venti giorni dalla richiesta, il presidente del consiglio comunale Sasso Pellegrino non ha convocato la seduta. Da qui la missiva inviata dall’opposizione al Prefetto di Caserta, Carmela Pagano, per sollecitare il suo intervento per la convocazione del consiglio comunale. “Non comprendiamo – si chiede Picone – perché mai il sindaco e la sua maggioranza abbiano deciso di sottrarsi al democratico confronto, mettendoci nella condizione di doverci rivolgere alla prefettura pur di poter vedere rispettata la normativa”.

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