Studenti in corteo contro la riforma del Governo Renzi

di Redazione

Napoli – Centinaia di studenti sfilano in tutta Italia per protestare contro la riforma della scuola del governo Renzi. ‘Siamo in 50mila’ dicono alla fine della mattinata e ‘abbiamo sfiduciato il governo’. A Miano è stato fermato uno studente. A Torino uno striscione con la scritta ‘Stop buona scuola, un passo indietro’. A Roma la ‘generazione che non si arrende’. Il Movimento cinque stelle invita il governo ad ascoltare le proposte degli studenti.
“In piazza 50 mila studenti, abbiamo sfiduciato il governo. Vogliamo costruire un’alternativa di scuola, di paese e d’Europa”.

E’ il bilancio della mattinata di protesta che ha visto 40 cortei in tutto il Paese convocati dall’Unione degli Studenti “contro l’idea di scuola contenuta nelle linee guida del Governo che verranno presentate al consiglio dei ministri, e per supportare le proposte dell’ Altrascuola”.

Lancio di fumogeni e sassi all’ esterno di Palazzo Lombardia, sede della Regione a Milano, durante il corteo studentesco contro la ‘buona scuola’ e le politiche per lo studio regionali. In via Gioia sono arrivati circa un migliaio di studenti e hanno trovato la strada chiusa dalle forze dell’ordine all’altezza dell’entrata del palazzo della Regione. Uno studente di 15 anni è stato fermato dalla polizia dopo il lancio di vernice e oggetti contro gli agenti in via Melchiorre Gioia e portato in questura per l’identificazione. Al momento non è stato contestato alcun reato poiché sono in corso accertamenti sulle sue responsabilità. Il giovane era “parzialmente travisato” ma ciò non basta per capire se anch’ egli abbia partecipato all’azione visto che in molti si sono coperti il viso dopo il lancio di lacrimogeni da parte dei poliziotti.

Lancio di uova all’Expo Gate di largo Cairoli, a Milano. Gli agenti della Digos avevano già monitorato alcuni gruppi mentre compravano le uova.

E’ partito da piazza della Repubblica a Roma il corteo degli studenti contro le linee guida del Governo su ‘La buona scuola’. In testa un grosso striscione con su scritto: “12 marzo una generazione che non si arrende”. I manifestanti hanno acceso fumogeni colorati e urlato al megafono: “Questo è l’ennesimo attacco alla scuola pubblica. Torniamo in piazza per riappropriarci dei nostri diritti. La Grecia è un esempio da seguire per la lotta contro l’austerity. Siamo un fiume in piena e non ci fermeranno”. Il corteo sfilerà per le strade del centro della Capitale attraversando via Cavour, i Fori Imperiali e Piazza Venezia, sino a Piazza Santi Apostoli.

Studenti e insegnati precari in piazza contro “una riforma che manda a casa la scuola pubblica”. Gli slogan:”La scuola è nostra e non di chi la giostra” e “ridateci la scuola”. “La scuola deve restare pubblica – dice uno dei ragazzi – invece questa riforma ci nega i diritti”. “Siamo in piazza – spiega un altro studente -per contestare la privatizzazione della nostra scuola”. Gli insegnanti rivendicano il diritto all’assunzione e “non una elargizione da parte del Governo”.

Un muro simbolico, fatto di scatoloni e cartelli per rivendicare il diritto allo studio. E’ la protesta messa in atto la scorsa notte dagli studenti della rete Link davanti ad alcune sedi dell’Università di Bologna. ‘Giù il muro, accesso agli studi per tutti’ è la frase scritta sullo striscione appeso al finto muro costruito davanti agli ingressi della facoltà di Economia in Piazza Scaravilli e delle aule universitarie di via Belmeloro. Questo muro – scrivono gli studenti di Link in una nota – “rappresenta simbolicamente l’effetto che le politiche degli ultimi anni hanno avuto sull’Università, la barriera quasi inaccessibile che gran parte degli studenti si trova quotidianamente di fronte nell’accesso agli studi, a causa di un sistema di welfare del tutto insufficiente, e che sta determinando l’espulsione di massa dai luoghi della formazione”.

Gli attivisti di Link Bologna collegano l’azione della scorsa notte alla giornata di mobilitazione studentesca e universitaria in programma oggi in tutt’Italia, “contro la volontà del governo di chiudere la partita su scuola e università nel segno della privatizzazione dell’istruzione e in perfetta continuità con le politiche che hanno soffocato l’istruzione negli ultimi anni”.

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