“Spartacus Reset”, 40 arresti contro clan Schiavone. I pizzini di Sandokan Jr

di Redazione

Casal di Principe – 40 arresti eseguiti dai carabinieri della compagnia di Casal di Principe, all’alba di martedì, contro la fazione Schiavone del clan dei casalesi. Tra i destinatari dei provvedimenti Carmine e Nicola Schiavone, figli del boss Francesco Schiavone detto “Sandokan”.

Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsioni, detenzioni di armi e ricettazione, reati tutti aggravati dal metodo mafioso. Duecento i carabinieri impiegati nell’operazione, compiuta tra le province di Caserta, Napoli, Avellino, Benevento, Terni, L’Aquila, Lecce, Cosenza, Cuneo, Prato, Frosinone, Trapani e Taranto, con l’ausilio di elicotteri e unità cinofile.

Gli arrestati – Carmine Schiavone, 32 anni; Nicola Schiavone, 36; Maurizio Fusco, 34; Cristofaro Dell’Aversano, 60; Maurizio Capasso, 45; Franco Lanfranco, 42; Luigi D’Ambrosio, 36; Bruno Lanza, 46; Francesco D’Angelo, 28; Emilio Arrichiello, 32; Carmine Iaunese, 37; Paolo Landolfo, 51; Nicola Musto, 26; Giovanni Maria Lasprovata, 34; Domenico Quintigliano, 26; Vincenzo Chiarolanza, 53; Cesare Bianco, 49; Benito Lanza, 47; Nicola Di Martino, 45; Gaetano De Biase, 49; Luigi Bianco, 48; Giovanni Della Corte, 46; Francesco Antonio Celeste, 34; Romolo Corvino, 48; Nicola Pezzella, 52; Carmine Morelli, 37; Bartolomeo Cacciapuoti, 42; Bernardo Ciervo, 32; Vincenzo Conte, 48; Carmine Noviello, 39; Antonio Aquilone, 31; Renato Piccolo, 42; Giorgio Pagano, 39; Ulderico Ciccarelli, 39; Oreste Reccia, 46; Alberto Rossi, 55; Gennaro Vanacore, 43; Mirko Ponticelli, 29; Mario Schiavone, 49; Giuliano Martino, 43; Bruno Salzillo, 50.

I particolari dell’operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa dal procuratore Giovanni Colangelo, dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, e dal colonnello Giancarlo Scafuri, comandante provinciale dei carabinieri di Caserta.

Dalle indagini è emerso che il gruppo camorristico capeggiato da Carmine Schiavone, figlio di “Sandokan”, aveva costituito “una cassa comune” per il pagamento degli stipendi agli affiliati, sia della propria fazione, sia dei gruppi Zagaria e Iovine del clan dei casalesi. Ai detenuti veniva versato uno “stipendio mensile” per importi variabili tra 1500 e 2500 euro. Le somme erano provento di estorsioni su attività private e lavori pubblici.

Nel corso dell’inchiesta della Dda sono stati sequestrati i libri contabili dell’organizzazione sui quali venivano annotati sia gli affiliati che percepivano gli stipendi, sia le persone sottoposte a estorsione. Il materiale cartaceo è stato sottoposto a perizie grafiche eseguite dagli esperti del Ris ed hanno offerto importanti riscontri alle rivelazioni fatte da collaboratori di giustizia.

Pizzini - Casal di PrincipeI carabinieri hanno anche sequestrato numerose armi, tra cui due kalashnikov, un fucile d’assalto, due fucili a pompa, una mitragliatrice e quattro pistole. In seguito al lavoro degli investigatori sono state individuate infatti e sequestrate numerose armi da fuoco nella disponibilità’ del sodalizio investigato (complessivamente 2 kalashnikov, 1 fucile d’assalto, 2 fucile a pompa, 1 fucile sovrapposto, 1 mitragliatrice e 4 pistole, oltre a vario munizionamento di diverso calibro).

Inoltre è stato possibile accertare, complessivamente, la commissione di oltre 20 eventi estorsivi, in danno di imprenditori e commercianti, con importi variabili dai 1.500 ai 5.000 euro per ogni vittima (le estorsioni venivano incaricate dal reggente del gruppo, Carmine Schiavone, o nel corso dei “summit” direttamente nei confronti degli affiliati o attraverso la consegna di “pizzini” e di individuare e sequestrare a Villa Literno un nascondiglio- bunker utilizzato per la latitanza degli affiliati. Tra i pizzini trovati quello in Raffaele Maiello (guarda foto a lato), occultato, all’interno del manubrio di una bicicletta, contenente l’indicazione di Schiavone riguardo diverse ditte da estorcere.

Grazie al lavoro degli investigatori sono state eseguite complessivamente 3 misure cautelari e 4 fermi nei confronti di altrettanti affiliati responsabili di estorsione aggravata dal metodo mafioso, è stato arrestato un affiliato in flagranza di reato per detenzione illegale di arma di arma clandestina e sono state inoltre documentate numerose condotte criminali dall’ottobre del 2012 al settembre del 2014.

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