Le riforme vanno avanti, ma il Fisco continua a pesare sugli statali

di Gabriella Ronza

In tempi di riforme economiche una delle più importanti è stata la “Legge di stabilità” 2015 (che, intervenendo sull’Iva, prevede il recupero di 3 miliardi di euro all’anno), affiorano i punti deboli del sistema fiscale italiano che ancora non hanno trovato un nodo risolutivo.

Secondo gli studiosi e gli strateghi in materia di finanza, ad esempio, l’intervento sull’Iva, per il momento, non andrà a favorire una riduzione del carico fiscale sui cittadini e, in particolare, sui lavoratori dipendenti.

Il governo, intanto, è ottimista nei confronti delle riforme. La relazione tecnica, allegata alla norma dell’aprile2015, ha modificato l’aliquota della ritenuta fiscale. La manovra comporterebbe complessivamente un aumento di gettito stimato di 755 milioni di euro che dovrebbero pesare su una platea indistinta di cittadini italiani.

Il governo Renzi, secondo Alessandro Volpi, docente universitario a Pisa di storia moderna e geografia politica ed economica, “evita di affrontare il tema di una tassazione dei patrimoni e non tiene conto in materia specifica delle singolarità dei soggetti. Mancherebbe, quindi, una vera riforma fiscale”.

Si ricorda, a tal proposito, che le entrate tributarie incassate dal paese arrivano dall’Irpef e dall’Iva, colpendo lavoro dipendente e consumi. Secondo i dati Istat relativi ai redditi del 2012: la retribuzione netta di un dipendente è pari a circa il 53 % del suo costo.

Il 26 marzo prossimo scade la “delega fiscale”, cioè il provvedimento per cui il governo Renzi aveva richiesto un anno di tempo per approvare riforme in tal campo e favorire un sistema fiscale più equo. Secondo Volpi, tuttavia, “i temi toccati dalle riforme sono tutti periferici.”

Il problema principale sarebbe il peso del prelievo. Ad attingere ai nostri redditi, ad esempio, sono più soggetti: lo Stato con l’Irpef e le addizionali con differenti aliquote territoriali. Si ricordi, infatti, l’Imu (l’Imposta municipale unica).

Per quanto riguarda gli immobili, uno degli articoli della delega fiscale è relativo ad una riforma del catasto. Un nuovo decreto legislativo prevede che nei prossimi cinque anni venga ricalcato il valore di ogni immobile, che verrà classificato non più alla base del numero dei vani, ma dei metri quadri di superficie. A onor del vero, gli esperti sostengono che ciò migliorerebbe l’equità del prelievo.

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